
10 novembre 2022

Il 30 % della superficie trentina è sottoposto a tutela ambientale; in questi territori, negli anni, si è accumulata una buona esperienza in campo turistico negli aspetti di governance, prodotti, stagionalità e sinergie con il settore agricolo. Buona parte di questo si deve alla positiva esperienza dei tre Parchi (Parco Nazionale dello Stelvio e Parchi Naturali Adamello Brenta e Paneveggio - Pale di San Martino). A ciò si aggiunge, grazie alla Legge Provinciale n. 11 del 23 maggio 2007, la possibilità per Comuni ed Enti Locali di creare nel loro territorio le Reti di Riserve che, di fatto, sono un nuovo strumento di gestione di piccole aree di interesse naturale e culturale [1]. Ad oggi, ci sono undici Reti di Riserve, nella cui gestione sono coinvolti sessanta Comuni e sei Comunità di Valle, che si aggiungono ai tre Parchi. Dunque, un totale complessivo di 89 Comuni e 12 Comunità di Valle compresi in territori trentini tutelati [2].
La strada per arrivare a questo ambizioso risultato parte circa un decennio fa: nel 2013, infatti, c’erano n. 6 Reti di Riserve che erano state istituite grazie ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale e al Progetto Europeo LIFE “Trentino Ecological Network”. Al tempo, Trentino Marketing, la società provinciale di promozione turistica, avviò una progettualità tesa a sviluppare lo sviluppo sostenibile (progetto “TurNat- Turismo Natura”) basato su un percorso partecipativo. Il progetto proponeva la sistematizzazione e la promozione di una offerta turistica sostenibile, valorizzando il sistema delle aree protette e l’unicità del loro patrimonio naturale e culturale, integrando turismo, agricoltura e tutela della biodiversità.
La strategia adottata partiva da due assunti fondamentali di cui il primo era la valorizzazione delle risorse organizzative ed economiche esistenti in un’ottica di collaborazione sistematica tra i molteplici soggetti che detengono esperienze e competenze nel territorio. La seconda era di intendere le aree protette come luoghi e comunità chiamati a valorizzare i saperi e le competenze locali in rapporto alle dinamiche di globalizzazione dei mercati in modo che nel territorio trentino vi sia una cultura della sostenibilità diffusa.
Un ulteriore passo in avanti è rappresentato dall’acquisizione della certificazione CETS (Carta Europea dello Sviluppo Sostenibile). Tale certificazione è stata istituita nel 1991 dalla Federazione Europarc, che riunisce più di 400 aree protette ed è un metodo di governance partecipata per strutturare le collaborazioni delle aree protette in ambito turistico e per favorire così una offerta di turismo sostenibile oltre ad una certificazione di processo [3]. L’obiettivo è di soddisfare le esigenze di quei flussi turistici con una forte sensibilità ambientale, e quelli interessati a scoprire l’unicità e la specificità della biodiversità naturale e culturale della terra trentina.
Il Parco Naturale Adamello Brenta aveva ottenuto la certificazione CETS nel 2006 (rivalidata poi nel 2012) come uno dei primi in Italia. In questa strategia, si inseriscono i progetti volti a promuovere la diffusione di modelli di gestione ambientale delle strutture ricettive (marchio ambientale Qualità Parco), le azioni per favorire la mobilità sostenibile e le proposte di educazione ambientale. Anche il Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino aveva ottenuto la certificazione CETS (nel 2015) con 32 schede progetto aventi obiettivi di sostenibilità delineati in direzione dello sviluppo territoriale.

Fig. 1: The Biotopo delle Foci dell’Avisio Natura 2000 site was established at the Avisio stream mouth, right where the stream flows into the Adige river (Author: Mark L. Miller. Lavis, Trento, September 2021).
Anche le Reti di Riserve, dopo numerosi tavoli di confronto che coinvolgevano i principali attori del tessuto economico e sociale, hanno aderito alla CETS introducendo 232 azioni locali nei territori interessati. Di seguito alcuni progetti istituiti:
– Parco Naturale Locale del Monte Baldo. Il Parco, assieme all’APT (“Azienda di Promozione Turistica”) Rovereto-Vallagarina, ha istituito un calendario stagionale con diverse offerte di turismo esperienziale legato al mondo enogastronomico.
– Rete di Riserve Bondone. È prevista una forte collaborazione con Trento Film Festival per far conoscere la Rete ai visitatori, attraverso iniziative di promozione durante i giorni del Festival.
– Rete di Riserve Alta Val di Cembra-Avisio. L’obiettivo è il coordinamento delle iniziative in atto nel territorio creando degli itinerari segnalati che le raccordino anche alle diverse aziende agricole del territorio.
– Rete di Riserve Alpi Ledrensi. L’azione si propone di recuperare la filiera locale del carbone di legna anche grazie ad una collaborazione con il museo di scienze naturali “MUSE”.
Vista la notevole attenzione e l'impegno posto dalle Amministrazioni alle risorse ambientali di cui il territorio trentino può godere, ci sono ottime prospettive per il futuro delle aree protette e dello sviluppo dell'offerta di turismo sostenibile in Trentino.
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Riferimenti bibliografici:
[1] Provincia Autonoma di Trento (2022, October 28). Aree Protette del Trentino. Retrieved November 9, from http://www.areeprotette.provincia.tn.it/reti_di_riserve_sezione/
[2] Provincia Autonoma di Trento (2022, October 28). Incentivi e progetti. Retrieved November 9, from http://www.areeprotette.provincia.tn.it/incentivi_progetti/-TURNAT/
[3] Federparchi (2022, October 28). CETS, la carta Europea del turismo sostenibile. Retrieved November 9, from http://www.federparchi.it/pagina.php?id=27
Video copertina: Ll Biotopo delle Foci di Lavis è una delle rare e importantissime aree protette dell’intensamente antropizzata Valle dell’Adige (Autore: Mark L. Miller. Lavis (TN), settembre 2022).
Immagine di anteprima: Il Biotopo è una area Natura 2000 istituita sulle foci del torrente Avisio, presso e prima della sua immissione nel fiume Adige (Autore: Mark L. Miller. Lavis (TN), settembre 2022).