
18 luglio 2023

L'anno 2022, come prima i suoi predecessori, ha il triste primato di essere l’anno più caldo e siccitoso mai registrato, anche in Trentino [1].
Tutto parte da un inverno che, negli ultimi anni, ha potuto contare su pochissime nevicate: le società impiantistiche hanno subito sopperito con sistemi di innevamento programmato e bacini di accumulo in quota ma le conseguenze per l’agricoltura e la produzione di energia elettrica, sono state devastanti.
In Trentino, negli ultimi mesi, il risultato era visibile a tutti: al bacino di Santa Giustina mancavano 40 metri d’acqua tant’è che il suo abbassamento ha riportato alla luce, sulla sponda sinistra, il ponte sulla vecchia strada sopra il rio San Romedio che era stato sommerso con il riempimento del bacino idroelettrico negli anni cinquanta. Il Lago di Garda, il primo marzo 2023, ha registrato un volume di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 del volume massimo: il suo livello è di 46 cm sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera del Garda, contro i 99 cm della media dello stesso periodo dell’anno.
Anche i quattro fiumi in uscita dal Trentino hanno valori di portata ridotti. Oltre al già citato caso del fiume Adige, il Brenta a Grigno ha registrato un deficit del 30% rispetto al valore medio dello stesso periodo. Nel mese di gennaio l’apporto idrico medio del Sarca al lago di Garda è stato pari a 10 metri cubi al secondo, contro i 18 di media di periodo registrata nell’ultimo decennio. A febbraio, per il Chiese, immissario del lago d’Idro, è stato stimato in 2,5 metri cubi al secondo medi, rispetto ai 4,5 valutati sull’ultimo decennio [2].
In generale, tutti i corpi idrici superficiali del Trentino (377 tra fiumi, torrenti e 21 laghi) e sotterranei (22 corpi idrici) hanno registrato riduzioni importanti e in alcuni casi, hanno raggiunto i minimi storici.

L’emergenza era visibile in tutta la provincia: i bacini di malga Bissina e Boazzo (due invasi dell’Alto Chiese, nel massiccio dell’Adamello) a marzo 2023, erano pieni solo per il 16% della capienza complessiva (meno di 12 milioni di metri cubi d’acqua). Alla stazione meteo delle Laste a Trento, nel 2022, sono caduti 751 mm invece dei 936 attesi ovvero il 20% in meno. In Bassa Valsugana, Altipiani Cimbri e Vallarsa, il deficit è ancora più pesante dal momento che manca il 35% della normale quota di pioggia rispetto al 2021.
Non è da ultimo, vi è il problema dello stoccaggio della neve sotto forma di ghiacciaio: la neve che si accumula in inverno è infatti l’acqua che useremo in estate. I ghiacciai, in tutto il mondo, sono in grave sofferenze e la Marmolada è solo l’ultimo dei disastri ambientali che ricordiamo cosi tragici e che potrebbero portare alla scomparsa del 75% delle nevi perenni entro la fine del secolo. I modelli climatici prevedono quindi scenari estremizzati per il mondo ed il Trentino del futuro: le simulazioni inquadrano infatti un totale di precipitazione annua relativamente costante negli ultimi decenni, ma con molti meno giorni di pioggia. Questo significa che le piogge saranno più rare in futuro ma più abbondanti nel momento in cui si manifesteranno, portando quindi all’apparente paradosso della siccità e delle alluvioni.

Il clima sta davvero cambiando ed in modo repentino: basti pensare che il 14 febbraio, l’Agenzia Arpa Veneto ha registrato lo zero termico e 3,000 metri. E’ la prima volta che si registra un dato del genere e in questo periodo. A maggio 2023, la tensione ed i timori si sono allentati con le piogge che tanto bene hanno fatto quanto hanno spostato nuovamente l’attenzione dal focus del problema. E’ infatti facile dimenticarci che questo sarà il nuovo "new normal" e che quindi la sua gestione deve diventare, di fatto, ordinaria. Essa va pensata in maniera olistica cercando soluzioni mitigative con una strategia condivisa e coordinata che, come propone l’IPCC nel report “Climate Change 2022” [3] prevedono la mitigazione dei cambiamenti climatici ovvero una sostanziale riduzione dell’uso dei combustibili fossili, una diffusa elettrificazione (di veicoli private e pubblici), una migliore efficienza energetica e l’uso di sistemi di alimentazione alternativi (quali, ad esempio, l’idrogeno). Importante è altresì educare la popolazione ad un uso più sostenibile della risorsa e ad una consapevolezza maggiore della stessa (tramite l’educazione dei giovani e la citizen science).
Questo articolo è stato realizzato nell'ambito del progetto "PILLOLE D'ACQUA PIANA: seminari itineranti, blog e podcast per una gestione sostenibile delle risorse idriche in Piana Rotaliana", attuato dall'associazione ECONTROVERTIA APS e sostenuto dalla Fondazione Caritro (Prot. n. U445.2023/SG.386 del 23 aprile 2023).
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Bibliografia:
[1] Guerrini E. (2022, Giugno 28). Osservatorio sulla siccità dell’Istituto per la Bioeconomia. CNR. https://www.cnr.it/it/nota-stampa/n-11221/osservatorio-sulla-siccita-dell-istituto-per-la-bioeconomia-dati-al-giugno-2022
[2] Redazione Ansa (2023, Marzo 3). Siccità: situazione critica in Trentino, invasi e laghi al -32%. https://www.ansa.it/trentino/notizie/2023/03/03/siccitasituazione-critica-in-trentinoinvasi-e-laghi-al-32_e3f4c519-b097-4241-83c2-b0e5f0e35754.html
[3] Intergovernamental Panel on Climate Change (2023). Climate Change 2022: Impacts, Adaptations and Vulnerability. (IPCC Publication IPCC, 2022: Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability. Contribution of Working Group II to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change [H.-O. Pörtner, D.C. Roberts, M. Tignor, E.S. Poloczanska, K. Mintenbeck, A. Alegría, M. Craig, S. Langsdorf, S. Löschke, V. Möller, A. Okem, B. Rama (eds.)]. Cambridge University Press. Cambridge University Press, Cambridge, UK and New York, NY, USA, 3056 pp., doi:10.1017/9781009325844.