
22 agosto 2023

Ricorderemo l’estate 2023 per molte cose ma una di queste è sicuramente rappresentata dalle estreme grandinate che hanno colpito tutto il nord est Italia nel mese di luglio. Grandine di queste dimensioni (il record ad Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, di 19 cm di diametro) non si era mai vista e tanto meno si erano registrate grandinate così frequenti (quattro giorni consecutivi con chicchi dal diametro maggiore di 10 cm, in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia). I danni a cose e abitazioni sono stati molto ingenti in tutte le provincie del Nord Est italiano.
Anche il Trentino, non è esente da questo fenomeno, con il 70 % del territorio provinciale colpito: molti agricoltori hanno visto il raccolto di un anno perso in una manciata di secondi nonostante i teli antigrandine ed un servizio di prevenzione e difesa della Protezione Civile.

Viene da chiedersi se fenomeni del genere siano da considerare il new normal e, in generale, se i cambiamenti climatici provocheranno nuove situazioni del tutto inaspettate ed inevitabili.
Qualsiasi sia la ragione, vale la pena capire quali siano i motivi per cui si forma la grandine. La grandine arriva con i temporali: il meccanismo innescante ha bisogno quindi di aria calda e umida che sale verso l’alto quando si trova ad essere più leggera dell’aria circostante. Quando questo processo avviene con intensità o a lungo, le nubi che si generano possono diventare molto alti (anche 12,000 metri) e trasformarsi in ciò che i meteorologi chiamano cumulonembi. Salendo verso l’alto, l’aria trascina con sé le gocce d’acqua che, ad una certa quota, ghiacciano: ecco che nasce il chicco di grandine.
La diversa dimensione dei chicchi di grandine risiede nella presenza di acqua sopraffusa dentro la nube che resta liquida anche a temperature inferiori allo zero (è possibile grazie al fatto che l’acqua è pura e le gocce sono molto piccole). In casi come questi, il chicco di grandine che si sta muovendo verso l’alto, urta le gocce sopraffuse facendole ghiacciare all’istante sulla sua superficie. Nel mese di luglio 2023, le alte temperature registrate in tutto il nord-est Italia hanno accentuato questo fenomeno. Questi fenomeni permettono al chicco di grandine di bagnarsi ma di risalire di nuovo ri-ghiacciando in un ciclo che può avvenire innumerevoli volte. Questo è il motivo per cui l’operazione di taglio di un chicco di grandine, mostrerebbe che il chicco ha degli strati di accrescimento come una cipolla.
L’European Severe Storm Laboratory (ESSL) indaga sui fenomeni meteo più intensi e dichiara che negli ultimi 16 anni, in tutto il territorio europeo, le grandinate con chicchi superiori ai 2 cm di diametro sono più che triplicate . Uno studio dello stesso laboratorio ha simulato 24 diversi scenari climatici da qui al 2100 e tutte le proiezioni mostrano un sostanziale aumento (dal 47 al 139 %) delle grandinate di grandi dimensioni (chicchi dal diametro superiore ai 5 cm di diametro) da qui al 2100 [1]. È quindi palese che dovremo abituarci a fenomeni di questa portata: il riscaldamento globale, che favorisce la formazione di fenomeni meteo estremi perché aumenta l’evaporazione di aria umida, non accenna a dare tregua. Il problema è globale ma il Nord Est Italia è già da anni una delle zone più grandigene d’Europa perché naturalmente, per sua stessa morfologia, trattiene calore ed è circondata da montagne [2].
L’Italia è all’interno di un hotspot grandinifero che è il Mediterraneo quindi dobbiamo trovare modi per mitigare gli effetti deleteri che un fenomeno di tale portata, inevitabilmente causerà.
Questo articolo è stato realizzato nell'ambito del progetto "PILLOLE D'ACQUA PIANA: seminari itineranti, blog e podcast per una gestione sostenibile delle risorse idriche in Piana Rotaliana", attuato dall'associazione ECONTROVERTIA APS e sostenuto dalla Fondazione Caritro (Prot. n. U445.2023/SG.386 del 23 aprile 2023).
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Bibliografia:
[1] Taszarek M., Allen J.T., Groenemeijer P.; Edwards R., Brooks H. E., Chmielewski V., Enno S.E., 2020. Severe convective storms across Europe and the United States. Part I: Climatology of lightning, large hail, severe winds and tornadoes. Journal of Climate 33/23: 10239- 10261.
[2] Baldi M., Ciardini V., Dalu J.D., De Filippis T., Maracchi G., Dalu G. 2014- Hail occurrence in Italy: towards a national base and climatology. Atmospheric Research 138: 268-277.