6 Maggio 2024
La ripresa postpandemica ha riportato le persone a scoprire il mondo e a viaggiare, tanto che nel 2023 si sono registrati più di 954 milioni di turisti arrivati in una qualche destinazione, per una media di 45 arrivi ogni secondo. Ogni anno i turisti complessivi sono più di un miliardo e mezzo: nel 1950 erano 25 milioni, per il 2030 si potrà arrivare a 1,8 miliardi [1].
Viene da chiedersi come queste masse di persone che si muovono e l’indotto che generano, possa influenzare il già precario equilibrio del clima, visto l’attuale impianto abbondantemente fossile dell’economia globale. In particolare, il turismo è responsabile del 5% delle emissioni di gas serra globali, dove il trasporto copre la quasi totalità del contributo [1].
Secondo quanto annunciato dall’UNEP (United Nations Environment Programme), senza fare la transizione ecologica, "il turismo genererebbe fino al 2050 un aumento del 154% nel consumo di energia, del 131% nelle emissioni di gas serra, del 152% nel consumo di acqua e del 251% nello smaltimento dei rifiuti solidi”. Le attività turistiche causano anche impatti nel consumo delle varie risorse naturali, acqua, suolo, minerali e metalli, con conseguente produzione di rifiuti solidi, acque reflue e perdita di biodiversità [1].
Eppure il turismo può diventare una opportunità per la salvaguardia dell’ambiente e per educare il turista al delicato equilibrio sostenibilità- gestione: tutto questo è possibile grazie ai brand territoriali, una comunicazione che crea un connubio tra l’identità del territorio e la percezione dell'identità stessa da parte del bacino di utenza a cui è rivolta, e che si caratterizza per una determinata connotazione geografica e culturale [1]. In atre parole, un mezzo con cui i territori cercano di aumentare la loro attrattività attraverso la rappresentazione visiva di valori, significati ed emozioni strettamente connessi al territorio.
È fondamentale valorizzare l’identità, poiché essa è ciò che conferisce all’individuo la consapevolezza di sé e consente di esprimere la propria unicità e autenticità; questa stessa definizione d’identità può essere usata come obiettivo da raggiungere da parte di un determinata realtà territoriale, in quanto è proprio definendo l’identità di un territorio che si conferisce l’espressione di valori, credenze e costumi, dunque la cultura di una terra.
Mentre ci sono già esempi virtuosi di creazione di brand urbani in contesto urbano (come il caso di New York City), non sono molti gli esempi di applicazioni al contesto montano e agricolo, eccezion fatta per la Valle Poschiavo in Svizzera.
100% Valposchiavo
Val Poschiavo, vallata di lingua italiana in Svizzera, adagiata nella parte meridionale del cantone dei Grigioni dietro l’imponente Massiccio del Bernina si estende per 25 chilometri dall’ospizio del Bernina (2338 m. s.l.m.) al villaggio di Campocologno (535 m. s.l.m.), che ne segna il confine. È collegata con la Ferrovia Retica che è stata iscritta nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2008. Con il conferimento di questo riconoscimento, gran parte della Val Poschiavo è stata dichiarata zona cuscinetto UNESCO onde proteggere il paesaggio da influssi naturali e antropici negativi.
Sul territorio vi sono diverse aziende addette alla trasformazione di latte, carne, cereali, piante (officinali) e frutta e i prodotti finiti possono essere acquistati in vari hotel, ristoranti e negozi. Valposchiavo è indubbiamente nota anche per la sua tradizione culinaria che annovera specialità come i Pizzoccheri o la Brasciadela (pane di segale aromatizzato con anice, a forma di ciambella) ma affinché le aziende restino competitive, occorre ampliare e ottimizzare la catena del valore aggiunto dei prodotti biologici direttamente in valle. Le associazioni dei contadini di Brusio e Poschiavo, l’Unione delle arti e mestieri Valposchiavo e l’organizzazione locale del turismo hanno unito le forze lanciando, insieme, il Progetto di sviluppo regionale (PSR) “100% (bio) Valposchiavo” nel 2020.
Attraverso il progetto si è voluto contrastare la perdita di potenziale valore aggiunto per i prodotti grezzi biologici locali riconducibile a insufficienti possibilità di trasformazione. Contestualmente è stata potenziata la cooperazione tra l’agricoltura e il settore alberghiero locale nonché la ristorazione, in modo che gli ospiti possano consumare un’ampia scelta di prodotti biologici direttamente in loco. Inoltre, attraverso una strategia di marketing e di comunicazione mirata, in collaborazione con Turismo Valposchiavo, i prodotti sono presentati sul mercato nel miglior modo possibile. Un prodotto può essere a marchio "100% Valposchiavo" esclusivamente se il prodotto stesso (nel caso di materie prime come latte, carne, frutta, verdura, ecc) oppure tutti i suoi componenti (nel caso di prodotti composti come salumi, yogurt, prodotti da forno, ecc) provengono interamente dalla Valposchiavo [1].
Questo progetto fornisce soluzioni molto interessanti e innovative affinché l’agricoltura, le aziende addette alla trasformazione ma anche il settore alberghiero, il turismo e l’artigianato di tutta la regione possano affermarsi in maniera mirata e valorizzare i propri prodotti. Serve a tutelare i prodotti agricoli, quindi l’economia di questa valle in un’ottica sostenibile quindi riconosce l’essenziale apporto dell’ambiente e del comparto sociale, tutelando i lavoratori che in questo modo non devono abbandonare la valle per trovare impiego altrove. E’ un vero esempio di sostenibilità perché permette la fruizione turistica del territorio che, anziché impoverire, lo arricchisce e lo tutela.
Grazie a investimenti mirati si creano i presupposti per un’agricoltura sostenibile e competitiva nella Valposchiavo e soprattutto si garantisce che l’intera catena di trasformazione, e quindi il suo valore aggiunto, restino in valle.
The “100% Valposchiavo" ha visto la luce nel 2016 e da allora ha saputo consolidare la propria posizione, diventando parte integrante della realtà turistica, gastronomica, agricola e commerciale della Valposchiavo. Il successo del progetto è tangibile anche oltre i confini della valle, ne sono la dimostrazione i numerosi riconoscimenti e premi ottenuti. Negli anni il100% Valposchiavo" non ha mai smesso di crescere, e con lui anche il numero delle aziende che ne fanno parte. Ad oggi sono quattro i club d’interesse che hanno sottoscritto ciascuno la propria Charta del settore, si tratta dei Ristoranti 100% Valposchiavo, delle Macellerie 100%, delle Panetterie/Pasticcerie/Pastifici 100% Valposchiavo e dei Negozi di generi alimentari 100% Valposchiavo. Con la sottoscrizione si sono impegnati nella promozione del progetto e dei suoi prodotti. Da poco tempo, anche i negozi di antiquariato possono sottoscrivere l’accordo, contribuendo quindi alla copertura completa della filiera. La Valposchiavo sta diventando un caso studio per questa idea vincente di tutela territoriale: agricoltura, ambiente, comparto sociale e turismo sono delle opportunità per salvaguardare il territorio se riusciamo a concepirle in maniera sostenibile.
Bibliografia:
Clicca qui per espandere i riferimenti[1] Stotten, R., & Froning, P. (2023). Territorial rural development strategies based on organic agriculture: the example of Valposchiavo, Switzerland. Frontiers in Sustainable Food Systems, 7. https://doi.org/10.3389/fsufs.2023.1182993
Articoli correlati:
Immagine di copertina e di anteprima: Logo 100% Valposchiavo. Foto di Valposchiavo.ch