
29 settembre 2022

Piogge intense, tempeste, siccità e disastri naturali sono ormai argomenti di comune conversazione in questo 2022. Dai danni che provocano, all'enorme forza con cui si abbattono sulla nostra società, è impossibile non rimanere sconvolti davanti a simili tragedie. Purtroppo, c’è ancora troppo chiacchiericcio attorno a tali eventi: da chi incolpa gli altri per ciò che è accaduto, a chi sostiene ogni volta che questi siano disastri fuori dal comune. Si sente ancora troppo poco parlare di misure di prevenzione o di soluzioni.
La bollente e arida estate 2022, gli incendi nel Sud Europa, le alluvioni in Pakistan, Canada e Italia e l'ex uragano Fiona in Groenlandia hanno tutti la stessa origine: la crisi climatica [1].
Accettare che eventi come questi si verificano e si verificheranno con maggiore frequenza rispetto al passato [2] è il primo passo per salvaguardare gli ecosistemi antropici e naturali. Poi, è necessario adottare misure di sensibilizzazione e prevenzione per ridurre il rischio.
Linee guida globali per affrontare i disastri naturali esistono già. Nel 2015 l'Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio di Disastri ha promosso il Quadro di Sendai , il quale delinea una serie di obiettivi per un'efficace valutazione di rischio, prevenzione, mitigazione, preparazione e risposte agli eventi estremi [3].
La consapevolezza è alla base di tutto. Le comunità devono conoscere i disastri naturali. Il Quadro di Sendai incoraggia l'utilizzo di piattaforme per la condivisione di dati e mappe di rischio a livello locale e nazionale per aumentare la consapevolezza sociale [3]. Essere formati alla gestione di questi eventi facilita il successo delle strategie di riduzione del rischio e la rapida risposta di eventuali aiuti umanitari in caso di necessità [4].
Inoltre, maggiore è la consapevolezza ambientale della popolazione, maggiore è l'interesse del governo ad inserire l'ambiente nelle proposte, nelle politiche e nelle leggi per affrontare la crisi climatica, secondo quanto dichiarato dall'Agenzia Internazionale dell'Energia, entrando quindi in un circolo virtuoso per l'ambiente [5].
I dati e le mappe di rischio permettono di valutare la necessità di prevenzione per mantenere il rischio il più basso possibile. Le misure di prevenzione sono essenziali per migliorare di salute e la resilienza sociale, economica e culturale delle comunità, nonché degli ecosistemi locali [3]. Queste sono specifiche per ogni sito considerato e dipendono dal fattore tempo.
Non può esistere una prevenzione che copra tutti i rischi legati al clima se non si accelera la transizione ecologica e non si creano società resilienti includendo la natura nella collettività. Le inondazioni fluviali, ad esempio, possono essere ridotte ripristinando il corso naturale dei fiumi e gli habitat tipici delle piane alluvionali; le città possono essere rinfrescate durante le ondate di calore estive da parchi e aree verdi.
Tuttavia, affidarsi alla natura soltanto potrebbe non essere sufficiente. Un aumento complessivo della resilienza alla crisi climatica richiede un grande impegno per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra e un altro grande sforzo per accelerare la transizione verso uno sviluppo sostenibile. Le soluzioni adeguate devono comunque essere impiegate nei luoghi giusti e con gli approcci corretti per realizzare i potenziali benefici ed evitare i danni [2].
È già da molto tempo che gli scienziati sensibilizzano le persone sugli effetti della crisi climatica, con modelli e ipotesi all'inizio e, successivamente, con prove concrete. Il primo gruppo di lavoro dell'IPCC affermò che il riscaldamento globale avrebbe avuto come conseguenza un generale aumento delle temperature medie e massime con eventi estremi di maggior durata e intensità [6].
Il 2022 ha definitivamente dimostrato che questo futuro è arrivato. È ora di agire, not for climate, but for us, citizens of a globalized human society living in an ecosystem in transition: the Earth’s surface.
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Riferimenti bibliografici:
[1] Observing the Earth. (n.d.). Retrieved September 27, 2022, from https://www.esa.int/Applications/Observing_the_Earth
[2] IPCC, 2022: Climate Change 2022: Impacts, Adaptation, and Vulnerability. Contribution of Working Group II to the Sixth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change [H.-O. Pörtner, D.C. Roberts, M. Tignor, E.S. Poloczanska, K. Mintenbeck, A. Alegría, M. Craig, S. Langsdorf, S. Löschke, V. Möller, A. Okem, B. Rama (eds.)]. Cambridge University Press. In Press https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg2/downloads/report/IPCC_AR6_WGII_SummaryForPolicymakers.pdf
[3] United Nations General Assembly (UNGA) Res 69/283 (03 June 2015) UN Doc A/RES/69/283 https://www.preventionweb.net/files/resolutions/N1516716.pdf
[4] Disaster preparedness. (n.d.). European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations. Retrieved September 27, 2022, from https://civil-protection-humanitarian-aid.ec.europa.eu/what/humanitarian-aid/disaster-preparedness_en#downloads
[5] IEA (2021), Net Zero by 2050, IEA, Paris https://www.iea.org/reports/net-zero-by-2050
[6] Joos, F., Prentice, I. C., Sitch, S., Meyer, R., Hooss, G., Plattner, G. K., … & Hasselmann, K. (2001). Global warming feedbacks on terrestrial carbon uptake under the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) emission scenarios. Global Biogeochemical Cycles, 15(4), 891-907. https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2018/03/TAR-02.pdf
Immagine copertina e anteprima: Betulle gravemente danneggiate a causa di uno smottamento. Foto free-source di Natalia_Kollegova scaricata da Pixabay.