
Barbara Centis
04 febbraio 2023

A quattro anni dagli schianti causati dalla tempesta Vaia, che hanno innescato un fenomeno mai visto prima a sud delle Alpi, una nuova minaccia si affaccia nelle foreste trentine. Questa volta si tratta di un insetto fitofatofago, chiamato bostrico (Ips typhographus) che misura solo pochi millimetri ma che rappresenta una grande minaccia. Se la tempesta Vaia, nell’ottobre 2018, provocò 4 milioni di metri cubi di legname schiantato in tutto il territorio, il bostrico ha attaccato 1,47 milioni di metri cubi di alberi, su una superficie complessiva di 8.350 ettari e la conta degli alberi morti non accenna a diminuire [1].
In condizioni normali il coleottero attacca e si riproduce nelle piante deboli, soprattutto abeti rossi, contribuendo alla pulizia della foresta: svolge quindi un ruolo importante dal punto di vista ecologico attaccando le piante giunte alla fine del loro ciclo vitale. Ultimamente, grazie all’enorme disponibilità di legname a terra dovuto alla tempesta e all'andamento meteorologico che favorisce temperature molto calde e siccitose, l’insetto attacca anche le piante sopravvissute alla tempesta: oramai sono deboli e fortemente vulnerabili. Sia gli adulti che le larve del bostrico scavano gallerie sotto la corteccia degli alberi interrompendo il flusso della linfa e causando la morte della pianta. Le conseguenze visibili sono legate al colore della chioma degli abeti attaccati, che assume un colore che vira dal giallo ambra fino al rosso ruggine. Nella fase finale, le piante presentano una colorazione grigia per la perdita completa degli aghi; in quest’ultimo caso gli insetti si sono allontanati già da diverso tempo, portando la pianta a una morte rapida.
Oltre a rappresentare un danno economico, che al momento è stato calcolato in 132 miliardi di euro da Etifor, dovuto al mancato introito della vendita del legname bostricato [2], il bostrico rappresenta un problema anche in termini di sicurezza: l’instabilità dei versanti è infatti un enorme pericolo costituito dal rotolamento di sassi, da valanghe e frane. Per questo motivo, si preferisce evitare l’asportazione delle piante o adottare particolari sistemi di abbattimento con rilascio di ceppaie alte: la presenza di piante (anche secche) garantisce infatti maggior funzione protettiva.
L’obiettivo è quindi favorire un coordinamento nella pianificazione degli interventi in tutto il nordest Italia (si tratta infatti di un fenomeno comune, anche se la provincia maggiormente colpita è quella trentina) che prevedano quindi di monitorare e contemporaneamente, proteggere le risorse boschive.
In Trentino sono attive 229 trappole per verificare la diffusione dell’insetto (che viene attirato tramite i ferormoni, Fig. 1) e il Piano Bostrico ha come priorità l’individuazione precoce degli alberi infestati ed il loro immediato abbattimento. Particolare attenzione viene posta inoltre agli aspetti protettivi, evitando la creazione di margini deboli.
Un interessante progetto che coinvolge la Fondazione E. Mach di San Michele all’Adige, la Provincia Autonoma di Trento e l’Università di Vienna prevede l’applicazione di un modello fenologico che simula lo sviluppo del bostrico mediante l’analisi di dati metereologici. It is called “the Phenips project” [3]. Progetti dall’ampio respiro come questo, assieme al monitoraggio puntuale, possono aiutare a scongiurare il danno, salvaguardando al contempo il grande patrimonio territoriale e paesaggistico trentino.
Fig. 1: Ferormoni da porre nella trappola del bostrico, per attirare l’insetto.
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Bibliografia:
[1] AA. VV., (2022)- Terra Trentina, 2: 14-15
[2] Deganello S., (2022). Bostrico, 20 mila ettari di bosco danneggiati: epidemia favorita dalla siccità. https://www.ilsole24ore.com/art/bostrico-20mila-ettari-boschi-danneggiati-epidemia-favorita-siccita-AEPCuACC
[3] Press Office of the Provincial Government of Trento. (2022, 24 June). Boschi, approved the plan to contain the spread of the bark beetle. (Translated by Author). https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Boschi-approvato-il-Piano-per-contenere-la-diffusione-del-bostrico
Immagine copertina e anteprima: Alberi bostricati; la chioma rada e chiara è un sintomo dell'infestazione in atto.