
April 21, 2023

La parola siccità è recentemente tornata nel nostro vocabolario, prima usata sporadicamente, poi diventando quasi di uso quotidiano. La si sente nei servizi al telegiornale, nei post sui social, nelle esclamazioni e nei borbottii delle persone che si trovano per caso vicino a qualche lago, fiume o torrente. Anche noi ne abbiamo scritto a riguardo in passato (Le Conseguenze di una Siccità Eccezionale; Quanta acqua consuma la tua giornata?) continueremo a farlo in futuro.
Sembra, d’altra parte, che la percezione delle persone riguardo alla siccità non sia sufficientemente elevata in Italia. A metà 2021, un sondaggio di Ipsos ha pubblicato che solo il 20 % della popolazione italiana era preoccupata per lo stato delle risorse idriche. Inoltre, il 70 % degli intervistati riteneva la siccità una problematica esclusiva di specifiche aree o periodi dell'anno. Il numero maggiore di cittadini preoccupati è risultato essere al sud Italia, dove il 25 % della popolazione era conscio del problema, contro il 16 % del nordovest, il 19 % del nordest, e il 22 % del centro [1].
Secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ("ISPRA"), sono invece coloro che vivono nel Nord e nel Centro Italia a doversi preoccupare maggiormente della siccità. I distretti idrografici del Fiume Po, delle Alpi orientali e dell’Appennino Settentrionale e Centrale, sono usciti da questo inverno con una situazione di severità idrica media. Ciò significa portate inferiori alla media stagionale, un fabbisogno idrico superiore alla norma e volumi accumulati negli invasi e nei serbatoi che non possono garantire l'utilizzo degli utenti ad un tasso di erogazione standard, con probabili danni economici e impatti sull'ambiente. Al contrario, i distretti idrografici dell’Appennino Meridionale, di Sicilia e di Sardegna, mostrano ad inizio aprile una situazione di severità idrica bassa, in cui la domanda idrica è ancora soddisfatta [2].
Il dato di severità idrica è una media su tutto il territorio di ogni distretto. Per il distretto del Po, ad esempio, i valori di portata media mensile calcolata nelle principali sezioni del fiume identificano anche condizioni idrologiche di "siccità severa" e di "siccità estrema" [2]. Lo stesso vale per il Distretto delle Alpi orientali, in cui nei bacini dell’Adige, Brenta-Bacchiglione, Livenza, Piave e Tagliamento sono state identificate condizioni idrologiche di siccità moderata e severa nel periodo invernale, nonostante a livello distrettuale sia stata confermata una severità idrica media [3].

Fig. 1: Rappresentazione cartografica dello stato di severità idrica a livello nazionale. Immagine di GreenMarked, dati di ISPRA [2].
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dagli eventi precipitativi di carattere estremo. Specie in estate, i periodi siccitosi, caratterizzati da alte temperature e lunghi periodi di assenza di piogge, sono interrotti da forti temporali che causano ingenti danni economico-sociali e ambientali. Questi sono legati alla forza delle precipitazioni, all’eccessivo ruscellamento delle acque superficiali che, spesso causano alluvioni e fenomeni di dissesto idrogeologico.
La mancanza di percezione della siccità aumenta quindi anche i pericoli legati al rischio idrogeologico, che ad oggi interessa il 94 % dei comuni italiani. “Oltre 8 milioni di persone vivono in zone ad alta pericolosità, spesso non avendone coscienza”, ha segnalato il Direttore Generale dell’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue (“ANBI”) "Questa non conoscenza è spesso un aggravante nei momenti di emergenza” [4].
È quindi necessario continuare a discutere di siccità, eventi estremi e crisi climatica per aumentare la consapevolezza delle persone perché esse siano pronte, formate e in grado di affrontare situazioni di emergenza.
Occorre però sottolineare che trattare la siccità come emergenza, limitandosi a contrastarla nel breve periodo, è un grave errore. I modelli e i dati acquisiti dalle autorità di bacino rappresentano una situazione che va affrontata con una strategia di medio-lungo periodo con l’obiettivo di adattarsi al cambiamento climatico e gestire al meglio delle possibilità la risorsa idrica disponibile e, rendendo la rete idrica il più efficiente possibile [5].
Questo articolo è stato realizzato nell'ambito del progetto "PILLOLE D'ACQUA PIANA: seminari itineranti, blog e podcast per una gestione sostenibile delle risorse idriche in Piana Rotaliana", attuato dall'associazione ECONTROVERTIA APS e sostenuto dalla Fondazione Caritro (Prot. n. U445.2023/SG.386 del 23 aprile 2023).
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Bibliografia:
[1] Ansa, R. (2021, June 17). Solo 2 italiani su 10 preoccupati per le risorse idriche. ANSA.it. https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2021/06/17/acqua-solo-2-italiani-su-10-preoccupati-per-risorse-idriche_5b1a5c02-e75b-4d3a-8b6c-968047d91c22.html
[2] ISPRA: Idrologia, Idromorfologia, Risorse Idriche, Inondazioni e Siccità. (n.d.). https://www.isprambiente.gov.it/pre_meteo/idro/SeverIdrica.html
[3] User, S. (n.d.). alpiorientali – Osservatorio Permanente.
http://www.alpiorientali.it/osservatorio-permanente.html
[4] La mancata percezione aumenta i pericoli. Nonostante la siccità l’italia è ad alto rischio idrogeologico. Il consiglio di ANBI per le vacanze “Dedicate qualche ora a togliere i ricordi dagli scantinati.” (2022, August 09) www.anbi.it. Retrieved April 16, 2023, from https://www.anbi.it/art/articoli/6752-la-mancata-percezione-aumenta-i-pericoli-nonostante-la-sicci
[5] Siccità: Situazione peggiorata nel bacino del Po. (2023, April 13). www.anbi.it. Retrieved April 16, 2023, from https://www.anbi.it/art/articoli/7288-siccita-situazione-peggiorata-nel-bacino-del-po
Immagine copertina e di anteprima: Acqua bassa nel fiume Reno in provincia di Bologna, Italia. Foto dell'autore, 18 Aprile 2023