
3 marzo 2023

Avrai probabilmente già sentito aziende di fama internazionale dichiarare che i propri prodotti sono "carbon neutral" e che è possibile volare, acquistare nuovi vestiti o mangiare determinati alimenti senza aggravare la crisi climatica. Ma su cosa si basano queste dichiarazioni ambientali?
L’incremento della domanda
A causa della crescente domanda di consumatori, mercati e governi, molte aziende si sentono obbligate a dimostrare il loro reale impegno nel contrasto alla crisi climatica. Di conseguenza, sempre più aziende stabiliscono obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. Obiettivi credibili che richiedono progetti chiari per la riduzione delle emissioni di gas serra conformemente all'Accordo di Parigi [1].
Nonostante la falsa credenza che una dichiarazione di neutralità di carbonio significhi ridurre in maniera assoluta le emissioni di carbonio, la maggior parte delle aziende utilizza le compensazioni per azzerare le proprie emissioni [2].
Che cosa sono le compensazioni di carbonio?
Compensare le proprie emissioni non può sostituire gli sforzi di ridurle e dovrebbe essere utilizzata solo a controbilanciare le emissioni residue inevitabili. In genere, le aziende acquistano crediti di carbonio per ogni tonnellata di emissioni residue di gas serra (GHG) [1]. la domanda ha ora quadruplicato il valore del mercato volontario dei crediti di carbonio (VMC), portandolo a 2 miliardi di dollari nel 2021 e aumentando del 60 % i prezzi dei crediti di carbonio [3].
Per generare crediti di carbonio, i progetti registrati nel MVC devono dimostrare che le proprie azioni portano a riduzioni e rimozioni di emissioni di gas serra superiori alle riduzioni e rimozioni che si sarebbero verificate senza l’attuazione dell'attività progettuale. Il meccanismo viene comunemente definito "addizionalità". Tali riduzioni o rimozioni di emissioni sono quantificate rispetto a un livello base o di riferimento, ovvero rispetto a uno scenario ipotetico in cui il progetto del MVC non è implementato. La definizione corretta degli scenari ipotetici è fondamentale per garantire la credibilità dei livelli di base. Eppure, a livello concreto, come funziona questa pratica? [1]
Fig. 1Immagine di emissioni di carbonio e un tramonto generata da DALL·E, l’intelligenza artificiale OpenAI.
Quanto credibili sono gli standard del carbonio?
Il MVC si basa sulla fiducia. Le transazioni tra acquirenti e venditori di crediti di carbonio avvengono principalmente fuori borsa, poiché non esiste un ente regolatore centrale che disciplini il mercato. In compenso, sono stati sviluppati programmi e standard di certificazione per promuovere la trasparenza, la credibilità e la responsabilità nel MVC.
Se da un lato il valore in rapida crescita dei MVC riflette l'elevata fiducia degli acquirenti aziendali, dall'altro crescono le critiche soprattutto nei confronti dei progetti di deforestazione evitata che, con il 30 % di share del mercato, rappresentano la tipologia di compensazione più diffusa (anno di riferimento: 2020) [2]. Sulla base di uno studio scientifico sulla maggior parte dei progetti di compensazione forestale (comunemente noti come schemi REDD+) certificati da Verra, azienda leader mondiale negli standard di carbonio per il MVC, il Guardian ha concluso quanto segue [4]:
"Oltre il 90 % dei crediti di compensazione [di Verra] per la foresta pluviale (tra i crediti più utilizzati dalle aziende) sono probabilmente "crediti fantasma" e non rappresentano vere riduzioni di carbonio".
Il Guardian ha inoltre riscontrato gravi violazioni di diritti umani nel progetto di punta di Verra in Perù, dove piccoli produttori agricoli hanno dichiarato di essere stati vittime di appropriazioni di terra, demolizioni di immobili residenziali con corde e motoseghe da parte della polizia e le guardie del parco, sgomberi forzati e tensioni con le autorità del parco [4].
La responsabilità delle aziende che comprano crediti di carbonio
Decine di aziende e organizzazioni hanno acquistato crediti di compensazione di Verra per la foresta pluviale per rivendicare il proprio impegno ambientale. In reazione alla denuncia del Guardian, alcune aziende hanno semplicemente dichiarato che i crediti di carbonio acquistati erano certificati da Verra, la "il principale ente di certificazione del mondo" [4].
Tuttavia, affidarsi all'approvazione di Verra e degli enti di certificazione non è sufficiente. Secondo Thales West, spiccato economista ambientale della Libera Università di Amsterdam, "le metodologie di Verra si basano su premesse fragili. That, makes them fundamentally unreliable. There is much room to game the system” [5].
Inoltre, Verra ha interessi contrastanti: da una parte vuole mantenere una reputazione affidabile e intervenire in caso di possibile sovrastima dei crediti. Dall'altra, per ogni credito verificato riceve una commissione . In altre parole, Verra deve verificare i calcoli di compensazione, ma ne trae vantaggio quando stima il numero di crediti di carbonio più alto [5].
Pertanto, le aziende che acquistano crediti di carbonio dovrebbero accertare che i progetti del MVC a cui si appoggiano stiano effettivamente compensando emissioni di gas serra. West, ex-certificatore di progetti forestali, aggiunge che "gli stessi acquirenti dovrebbero avere una buona comprensione delle metodologie di calcolo e analisi sottostanti, perché a seconda di come si calibrano i modelli di calcolo, si può innescare un exploit di deforestazione [presumibilmente evitata], ed è esattamente quanto accade per alcuni progetti" [5].
In risposta a pubblicità green ingannevoli e socialmente irresponsabili, l'Advertising Standards Authority ha stabilito nuovie più severi standard per dichiarazioni di impegno ambientale relative alla sostenibilità e all’azzeramento delle emissioni di carbonio [6].
Il ruolo dei consulenti per il clima
Sebbene Verra abbia negato tutte le accuse e messo in dubbio la metodologia di investigazione del gruppo di ricerca del Guardian, Follow the Money ha rivelato che South Pole, la società di consulenza climatica più influente al mondo, ha venduto per anni quote di emissioni fittizie (soprattutto di deforestazione evitata) a centinaia di aziende, tra cui Gucci e Volkswagen. La revisione da parte di Follow the Money di documenti interni di South Pole e interviste con diverse fonti hanno confermato che molte affermazioni d’impegno ambientale da parte di clienti del principale consulente climatico del mondo sono attuate solo su carta [5].
Secondo Follow the Money, South Pole impiega molti consulenti climatici impegnati altresì nel dipartimento di soluzioni climatiche, il quale detiene un fatturato congiunto con i venditori di crediti di carbonio. Di conseguenza, il rischio che South Pole metta sistematicamente un piede in due scarpe è reale. Quando un'azienda chiede di ridurre la propria impronta ecologica, i consulenti climatici di South Pole risultano più inclini a consigliare azioni di compensazioni di carbonio e a indirizzare il cliente ai colleghi del reparto vendite piuttosto che suggerire azioni aziendali per mitigare le proprie emissioni. Una consulenza climatica di mitigazione anziché compensazione delle emissioni sarebbe molto più benefica per il clima [5].
Secondo South Pole, esiste nell’organizzazione una chiara demarcazione tra consulenti e venditori, in quanto i clienti stipulerebbero contratti di vendita separati per la consulenza climatica e i crediti di carbonio. Non vengono menzionate altre garanzie. Inoltre, South Pole sottolinea che fornire consulenza climatica e vendere crediti di carbonio sono entrambe azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi di contrasto alla crisi climatica [5].
In sintesi, molte aziende di fama internazionale utilizzano ampiamente la compensazione delle emissioni di carbonio (nella foresta pluviale) per fare dichiarazioni di impegno ambientale. Tuttavia, molti dei crediti che ne derivano non rappresentano vere e proprie riduzioni di carbonio. Lo scandalo emerso in Verra ha dimostrato che i principali standard di certificazione possono avere un ruolo contraddittorio, traendo profitti nel gonfiare l'impatto dei progetti di compensazione da loro certificati. Allo stesso modo, i principali consulenti climatici non sembrano offrire un tipo di consulenza che metta il clima sempre al primo posto. Gli acquirenti di crediti di carbonio devono essere consapevoli che non possono affidarsi ciecamente agli enti certificatori. Devono invece comprendere le metodologie di analisi e calcolo sottostanti e lavorare con soggetti che offrono una trasparenza completa sul progetto. Solo così le proprie dichiarazioni di impegno ambientale potranno risultare credibili.
Articoli correlati:
Riferimenti bibliografici:
[1] Streck, C., Dyck, M., Manirajah, S.M. & Armenteros, M.F. (2022, 13 December). Voluntary Carbon Markets: Considerations for Host Countries. Climate Focus. Downloaded from https://climatefocus.com/wp-content/uploads/2022/12/VCM-considerations-for-host-countries.pdf
[2] The Advertising Standards Authority Ltd. (2022, 20 October). Environmental Claims in Advertising Qualitative Research Report. Downloaded from https://www.asa.org.uk/static/6830187f-cc56-4433-b53a4ab0fa8770fc/CCE-Consumer-Understanding-Research-2022Final-090922.pdf
[3] Forest Trends’ Ecosystem Marketplace. (2022). The Art of Integrity: State of Voluntary Carbon Markets, Q3 Insights Briefing. Downloaded from https://www.ecosystemmarketplace.com/publications/state-of-the-voluntary-carbon-markets-2022/
[4] Greenfield, P. (2023, 18 January). Revealed: more than 90% of rainforest carbon offsets by biggest certifier are worthless, analysis shows. Retrieved from https://www.theguardian.com/environment/2023/jan/18/revealed-forest-carbon-offsets-biggest-provider-worthless-verra-aoe
[5] Crezee, B. & Gijzel, T. (2023, 27 January). Showcase project by the world’s biggest carbon trader actually resulted in more carbon emissions. Retrieved from https://www.ftm.eu/articles/south-pole-kariba-carbon-emission
[6] The Advertising Standards Authority Ltd. (2022, 20 October). Advertising Guidance – misleading environmental claims and social responsibility. Downloaded from https://www.asa.org.uk/static/d819e399-3cf9-44ea-942b82d5ecd6dff3/a79e0147-5417-4f7c-9fdce878078a7ffe/CAP-guidance-on-misleading-environmental-claims-and-social-responsibility.pdf