
06 dicembre 2022

Se la Gioconda, i quadri di Van Gogh, di Monet possono essere considerati patrimonio culturale e gioiello dell'umanità, il danneggiarli può essere paragonato al danneggiare un ecosistema centenario patrimonio dell’umanità, come ad esempio le sequoie del Yosemite Park o le faggete dei Carpazi?
Rispondere non è così semplice. Il bosco offre molti servizi ecosistemici che un quadro non può offrire. Inoltre, è una risorsa naturale, al contrario di un’opera d’arte. Ma dal punto di vista etico e morale tirare una torta in faccia a Monna Lisa, non ha lo stesso peso del tagliare una sequoia millenaria? Con gesti simili, così estremisti, si può non passare dalla ragione al torto?
Tra i temi più caldi dell’ambientalismo, quest’anno appare anche l’arte. Opere di grande rilevanza sono state colpite da una rivolta che vuole farsi sentire il più possibile. Una rivolta di essere umani che, preoccupati per il futuro delle prossime generazioni, e per i tempi troppo lunghi della diplomazia, stanno iniziando a gridare che vogliono un cambiamento drastico nell’immediato.
A Londra il Tournesols di Van Gogh si è fatto una doccia con la zuppa di pomodoro [1], a Potsdam, Les Meules di Monet è stato vandalizzato con del purè di patate [2], a Melbourne due persone si sono incollate al Picasso Massacre en Corée [3].
Se in questi esempi i responsabili si sono limitati al danneggiamento del vetro di protezione, più di recente sono state colpite anche opere senza alcun rivestimento, come alla mostra "Andy Warhol: La Pubblicità Della Forma" a Milano, in cui otto chili di farina e alcuni palloncini di vernice hanno investito l’automobile dipinta dall'artista statunitense [4].
“Che cosa vale di più: la vita umana o un’opera d’arte?” si chiedono e ci chiedono i responsabili di questi estremismi mentre provano a scuotere la società moderna in un modo con cui ancora nessuno aveva osato. La domanda è più che lecita.
Il problema però non sta nella domanda, quanto nell'arroganza con cui essa è esposta. Un’arroganza che danneggia il movimento stesso per cui queste persone combattono. Con simili comportamenti la lotta per l’ambiente si trasforma da un movimento costruttivo, in grado di portare vantaggi al genere umano e all'ambiente stesso, in un movimento distruttivo fomentato da discussioni e liti interne dovute ai modi di fare propaganda.
L’obiettivo di questi atti estremi è portare il problema all’attenzione dei media e, di conseguenza alle istituzioni. “Non ci sono azioni troppo estreme da prendere in questo momento per attirare l’attenzione sull'urgenza del problema” said one of London’s event leaders [1]. Tuttavia, nonostante l'urgenza di un’azione contro la crisi climatica, la via scelta per dare maggior visibilità alla causa ambientale non dovrebbe infliggere alcun danno materiale (anche se solo apparente) a reperti di importanza storica e culturale.
Con simili estremismi, il rischio di perdere buona parte dei sostenitori è piuttosto elevato, ma soprattutto si passa dalla ragione al torto e si inizia ad essere visti con diffidenza da coloro che combattono per cause differenti. Una volta perso il supporto delle persone, il passo verso la perdita di interesse delle istituzioni è molto breve, rischiando di rendere vani tutti i progressi fatti fino ad ora.
I direttori di più di cento spazi culturali in tutto il mondo hanno già espresso pubblicamente il loro dissenso e la loro amarezza verso di questo genere di protesta. In una dichiarazione congiunta hanno mostrato la loro preoccupazione per la fragilità delle opere, dichiarando però che i musei non smetteranno di essere "luoghi in cui persone provenienti da un’ampia varietà culturale possono impegnarsi nel dialogo" e che continueranno a garantire l'accesso al patrimonio culturale, e agli spazi per la comunicazione sociale costruttiva [5].
Ad oggi comunque l’interesse di persone e istituzioni è ancora elevato. In questo frangente, il movimento che ha avuto più successo nella lotta ambientale recente, i Fridays for Future, suggerisce di far fronte agli avversari che ci troviamo davanti nella lotta alla crisi climatica con la Disobbedienza Civile, proposta da Gandhi [6].
Gli avversari che noi ambientalisti ci troviamo ad affrontare sono sia concreti che astratti e sono ostici, sorge quindi spontaneo chiedersi se ce la faremo scegliendo metodi radicali per richiamare l’attenzione su noi stessi e sulla causa per cui ci si impegna.
Tuttavia, riprendendo le parole di Vandana Shiva, per un ambientalismo efficace è necessaria un'azione che favorisca la sensibilità delle persone, evitando prediche, arringhe e metodi che incutono timore. Il fine ultimo deve essere accendere nelle persone la voglia di mettere le proprie migliori potenzialità al servizio della lotta alla crisi climatica, facendogli infine prendere coscienza delle proprie responsabilità [7].
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Bibliografia:
[1] Gayle, D. (2022, October 14). Just Stop Oil activists throw soup at Van Gogh’s Sunflowers. The Guardian. https://www.theguardian.com/environment/2022/oct/14/just-stop-oil-activists-throw-soup-at-van-goghs-sunflowers
[2] Jones, S. (2022, October 24). Climate activists throw mashed potatoes at Monet work in Germany. The Guardian. https://www.theguardian.com/environment/2022/oct/23/climate-activists-mashed-potato-monet-potsdam-germany
[3] Ore, A. (2022, October 9). Prized Picasso ‘unharmed’ after Extinction Rebellion activists glue hands to painting in Melbourne. The Guardian. https://www.theguardian.com/australia-news/2022/oct/09/prized-picasso-unharmed-after-extinction-rebellion-activists-glue-hands-to-painting-in-melbourne
[4] Redazione di Rainews. (2022, November 18). Sacchi di farina contro la macchina di Andy Warhol. Nuovo attacco degli attivisti per l’ambiente. RaiNews. https://www.rainews.it/articoli/2022/11/sacchi-di-farina-contro-la-macchina-di-andy-warhol-nuovo-attacco-degli-attivisti-per-lambiente-dbcf8066-5b48-438e-94a5-8a9aeaa10ce2.html
[5] Cain, S. (2022, November 11). Climate activists attacking art ‘severely underestimate’ fragility of works, gallery directors warn. The Guardian. https://www.theguardian.com/artanddesign/2022/nov/11/climate-activists-attacking-art-severely-underestimate-fragility-of-works-gallery-directors-warn
[6] Fridays For Future. (2021, April 16). Fridays For Future – A few reasons to save the world. Fridays for Future. https://fridaysforfuture.org/take-action/reasons-to-strike/
[7] Shiva, V., & Mazzola, P. M. (2016). Terra ha i suoi diritti: La mia lotta di donna per un mondo più giusto (Italian Edition). EMI.
Immagine copertina e di anteprima: Un cartello di protesta durante lo sciopero globale per clima del 20 settembre 2019 (Norimberga, Germania). Foto free-source di Markus Spiske scaricata da Unsplash.