20 maggio 2022
Tutte le strade portano a Roma. Ed infatti la peste suina (PSA) ha recentemente preso una di queste strade arrivando nella capitale, dove il 5 maggio è stato rilevato il primo caso [1]. Ne avevamo già parlato circa tre mesi fa [2] e purtroppo dobbiamo parlarne nuovamente visti i recenti sviluppi.
Per la città di Roma la presenza dei cinghiali non è una novità, ma la situazione sembra peggiorata a tal punto da far dichiarare il presidente di Coldiretti del Lazio, David Granieri, che
“I cittadini a Roma sono ostaggio dei cinghiali. La situazione che denunciamo da anni è inaccettabile e ormai fuori controllo” [3].
La dichiarazione è avvenuta dopo un’aggressione da parte di un branco di cinghiali ai danni di una cittadina romana, intenta a gettare l’immondizia. La peste suina aggrava la convivenza, già complessa, dell’uomo con questa specie animale. Da un lato la pressione antropica aumenta sempre di più, riducendo gli ecosistemi naturali per gli animali. Dall’altro, l’attività umana offre molte possibilità di trovare cibo con facilità, come i campi e le colture, ma anche l’immondizia che abbonda in tutti i centri urbani.
Il problema non è soltanto di Roma, del Lazio o del Piemonte e della Liguria (dove erano stati avvistati i primi casi di PSA in Italia), ma è generalizzato ovunque l’uomo abbia occupato e sfruttato al massimo il territorio.
Non a caso, anche nel ridente Trentino - Alto Adige-Südtirol, gli scontri con gli animali selvatici sono all’ordine del giorno, nonostante la popolazione dell’intera regione e la sua densità siano nettamente inferiori a quella di Roma. Innumerevoli sono gli incidenti tra automobilisti e la fauna locale e sebbene le soluzioni per alleviare il problema esistano (come i corridoi faunistici), non vengono ancora adottate in maniera adeguata. [4]. Negli ultimi anni la popolazione dei grandi carnivori in Trentino è aumentata [5]: a maggior ragione dobbiamo trovare un nuovo equilibrio tra “noi” e “loro”.
La convivenza uomo – animale è un problema serio, che viene affrontato in modi molto diversi. Spesso si cerca di controllare il numero con abbattimenti programmati, come quelli pianificati per ridurre il numero dei cervi nel parco dello Stelvio [6]. Altre volte, si comprende che la convivenza è possibile e necessaria, come nel caso altoatesino del gruppo di lavoro Cultura della Pastorizia, che promuove la prevenzione come soluzione agli attacchi dei grandi carnivori contro le greggi. Il gruppo di lavoro forma gli associati nella scelta dei cani da guardiania, a come installare i recinti efficaci contro i grandi carnivori e persino i problemi connessi alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità.
Citando Philipp Bertagnolli, allevatore della val Passiria,
“L’orso e il lupo ti mettono alla prova, quando attaccano il tuo gregge, è sempre troppo tardi” [7].
questo modo di pensare potrebbe essere applicato anche alla dilagante peste suina, poiché senza prevenzione staremo sempre a rincorrere i problemi senza riuscire ad uscirne effettivamente.
Immagine di copertina e di anteprima: tre cacciatori e due cani da caccia con la loro preda. Immagine di PublicDomainPictures scaricata da Pixabay (licenza libera ad uso commerciale).
Bibliografia
[2] https://greenmarked.it/african-swine-fever-outbreak-in-italy/