9 marzo 2022

A gennaio abbiamo scritto della proposta della Commissione Europea di definire nucleare e gas naturale certificato come fonti di energia pulita. Questa mossa ha scatenato l’ira di molte associazioni ambientaliste e non solo, le quali hanno accusato l’Europa di greenwashing [1].
Oggi, a seguito dell’inizio del conflitto in Ucraina, la situazione è radicalmente cambiata e non è nemmeno più certo che il gas russo continuerà ad arrivare in Europa nel prossimo futuro. Poiché la Federazione Russa è il principale esportatore di gas per l’Unione Europea, i leader di alcuni Paesi hanno deciso di riaprire le centrali a carbone to be more energy-independent. Such move strongly collides with Glasgow’s COP26 objective to phase down from coal [2].
Sfortunatamente, le energie rinnovabili non sono ancora in grado di far fronte al fabbisogno energetico dei Paesi Europei [3]. La sola possibilità che attualmente ha l’Europa per garantirsi un’indipendenza energetica e contemporaneamente rispettare gli accordi sul clima sembra risiedere nell’atomo.
Ma è davvero pulito il nucleare?
La risposta è controversa e deve essere analizzata con cautela partendo dall’inizio. Esistono due interazioni atomiche in grado di produrre energia: fusione e fissione di nuclei. La fusione avviene quando è presente idrogeno. Deuterio e trizio (forme pesanti con rispettivamente due e tre neutroni), si uniscono formando elio e irraggiando grandi quantità di energia. La fissione nucleare avviene invece con atomi più grandi e pesanti, prevalentemente uranio, ma anche plutonio e torio, che vengono scissi generando energia. Se la fusione come processo di produzione di energia domestica è ancora in fase sperimentale, la fissione è alla base del funzionamento delle centrali nucleari odierne [4].
La letteratura scientifica più recente concorda nel descrivere la fissione nucleare come processo a bassa emissione di gas serra (“GHG”). Non avvenendo infatti alcun tipo di combustione, non si crea anidride carbonica e l’unico prodotto rilasciato in atmosfera è vapore acqueo, risultato della grande quantità di acqua utilizzata per raffreddare le barre di combustibile nei reattori di II e III generazione [4].
Le criticità maggiori a livello ambientale e sanitario insorgono invece per i processi altamente invasivi di estrazione dell’ossido di uranio. Le tecniche a disposizione prevedono l’uso di esplosivi e solventi (per esempio, acido solforico, ammoniaca, acido nitrico) e possono avere ripercussioni sugli ecosistemi locali. L’uso eccessivo di solventi può infatti provocare variazioni del pH, contaminazioni da metalli pesanti nel suolo. La lisciviazione (“leaching”) di uranio inoltre può causare un aumento della concentrazione di radon nei pressi delle miniere [5]. A tal proposito, l’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti d’America (“EPA”) fornisce un resoconto su quali possibili rischi i lavoratori, l’ambiente circostante e le comunità limitrofe possono essere soggetti [6].
A Life Cycle Assessment of all energy production types deployed in the old continent was carried out by the Joint Research Centre (“JRC”) and the United Nations Economic Commission for Europe (“UNECE”). According to the assessment, Il nucleare sembra essere una delle soluzioni meno impattanti in termini di emissioni di GHG, eutroficazione delle acque, uso di suolo e tossicità; presentando grossi problemi solo in termini di radioattività nei pressi delle miniere di uranio a causa del radon [5].
Il più recente studio del JRC stabilisce che “non vi sono evidenze scientifiche che il nucleare sia più dannoso per la salute umana o per l’ambiente di altre forma di produzione di energia elettrica già inclusa all’interno della Tassonomia Europea” e che “escludendo gli effetti radiologici, il nucleare ha un impatto simile all’idroelettrico e alle altre rinnovabili”.
Per quanto riguarda l’esposizione alla radioattività delle scorie, invece, “la gestione corrente delle scorie radioattive è un passaggio necessario nel ciclo di vita di ogni applicazione derivante dalle scienze e tecnologie nucleari. [Il loro] deposito nelle profondità delle formazioni geologiche è considerata appropriata per isolarle dalla biosfera nel lungo periodo” [7].
Quindi, il nucleare è davvero energia pulita?
La letteratura scientifica più recente suggerisce di sì, classificandola come a bassa emissione di GHG. La crisi climatica, tuttavia, non è limitata solamente all’atmosfera e il significativo impatto ambientale è causato dai metodi di estrazione altamente invasivi che ancora ben poco hanno di “verde” o “sostenibile”. Tenendo bene a mente che ogni metodo di produzione di energia ha un grande impatto ambientale [5], si può ammettere che l’energia nucleare di per sé è pulita. Ciò nonostante, la provenienza della sua fonte di energia, almeno per il momento, ne sporca un po’ il colore.
Riferimenti bibliografici:
[1] Barbieri, L. (2022, January 19). A European proposal: Nuclear and natural gas labeled as “green energy”. Is it greenwashing? GreenMarked. https://greenmarked.it/it/nuclear-and-natural-gas-labeled-as-green-energy/
[2] ANSA. (2022, February 25). Ucraina: Draghi, ipotesi riapertura centrali carbone. ANSA. https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/energia/2022/02/25/ucraina-draghi-ipotesi-riapertura-centrali-carbone_99a9396b-3bdf-4cef-9532-a7c34b69fa9c.html
[3] European Environmental Agency. (2017, September 25). L’energia in Europa: Situazione attuale. https://www.eea.europa.eu/signals/signals-2017/articles/l2019energia-in-europa-situazione-attuale
[4] Nuclear power. (2022). In Wikipedia. https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Nuclear_power&oldid=1074182432
[5] United Nations Economic Commission for Europe (2021). Life Cycle Assessment of Electricity Generation Options. https://unece.org/sites/default/files/2021-10/LCA-2.pdf
[6] US EPA, O. (2018, November 28). Radioactive Waste From Uranium Mining and Milling [Overviews and Factsheets]. https://www.epa.gov/radtown/radioactive-waste-uranium-mining-and-milling
[7] European Commission, Joint Research Centre, Konings, R., Van Winckel, S., Rondinella, V. (2021). Technical assessment of nuclear energy with respect to the ‘do no significant harm’ criteria of Regulation (EU) 2020/852 (‘Taxonomy Regulation’), Publications Office. https://data.europa.eu/doi/10.2760/207251
Immagine copertina e anteprima: Centrale nucleare ISAR in Baviera (Germania) Foto free-source di Ulrike Leone scaricata da Pixabay.