15 marzo 2022
"Si è conclusa il 30 settembre la campagna antincendi boschivi 2021, che ha visto impegnato il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco su tutto il territorio italiano. Dal 15 giugno sono stati effettuati 79.796 interventi. Un bilancio in aumento quello registrato nell’anno in corso con 24.842 interventi in più rispetto all’anno precedente" [1].
"Nei primi due mesi dell’anno, in Trentino, si sono verificati ben 13 incendi boschivi. Questi i primi dati che arrivano dal Servizio Foreste della Provincia di Trento" [2].
E ancora: "L’Italia brucia in pieno inverno con i roghi che dall’inizio del 2022 sono più che quadruplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso" [3].
Dai titoli eloquenti delle agenzie di stampa, del Ministero dell’Interno e dei quotidiani locali si evince chiaramente come qualcosa di anomalo e potenzialmente disastroso in tema di incendi forestali stia accadendo sul territorio nazionale italiano. I numeri, d’altronde, parlano chiaro e vedono per l’anno 2021 un aumento vertiginoso di territorio in fiamme rispetto alla media degli anni precedenti con un totale di più di 150.000 ettari di bosco perduti nel corso di una sola annata. Un numero straordinariamente enorme anche nel confronto con i dati di incendi intercorsi nello stesso periodo per gli altri Paesi mediterranei storicamente suscettibili ai fenomeni di incendio (Figura 1). Si noti, inoltre, come il problema non risulti limitato al solo territorio italiano, mediterraneo o europeo ma che anzi si riscontri come sempre più pressante in tutto il mondo.
Fig. 1: Wildfires in Mediterrenean countries in 2021 compared to the 2008-2020 period. Author: Matteo Gecchelin. Data source: EFFIS [4].
Le cause di tale incremento sono esposte ed esaminate da molteplici studi pubblicati negli ultimi anni e vedono di particolare attenzione lo sviluppo di condizioni climatiche favorevoli all’innesco e al perdurare dei fenomeni d’incendio (tra cui di notevole importanza la siccità e le alte temperature), in particolare nel periodo estivo.
Il fenomeno risulta sempre più drammatico non solo per le tradizionali aree suscettibili a roghi, bensì anche per zone mai prima d’ora esposte a tale pericolo. Se, infatti, per la vegetazione mediterranea il passaggio del fuoco risulta quasi una situazione di normalità, con limitati effetti distruttivi in termini ecologici e anzi spesso favorenti la vegetazione stessa e necessari alla sua riproduzione, per le foreste temperate alpine, quali le faggete montane, il passaggio del fronte di fuoco può rivelarsi altamente anomalo e potenzialmente deleterio [5]. Si tratta infatti di siti caratterizzati da un clima fresco, da una buona disponibilità idrica e dove la lettiera e il legno morto tendono a non essere favorevoli all'innesco di incendi. Il fatto che incendi di una certa entità si siano sviluppati negli ultimi anni in queste situazioni è indicativo di una situazione climatica, ecologica e gestionale in evoluzione.
Se infatti, da una parte, l’aumento del pericolo di incendi, la loro intensità e frequenza risulta conseguenza più che diretta delle mutate condizioni fisiche del clima e dell’ambiente, necessariamente oggetto di intervento da parte delle politiche sul clima nazionali ed internazionali, dall’altra risulta molto più tangibile la responsabilità gestionale e previsionale in relazione ai fenomeni di rogo, la quale influenza in maniera strutturale le componenti di esposizione e vulnerabilità al rischio d’incendio.
Una citazione di per sé eloquente e molto in voga tra gli esperti del settore dice che "gli incendi si spengono venti anni prima" [6]. A significare come gli interventi di gestione del patrimonio e del territorio forestale e formazione degli addetti agli incendi boschivi nonché le opere di programmazione degli interventi forestali e selvicolturali, di definizione degli indici di rischio per il territorio e di ricerca in ambito ecologico-forestale svolgono un ruolo cruciale nel processo di mitigazione del rischio da incendio.
Perché se è pur vero che le condizioni climatiche stanno determinando un aumento del pericolo di roghi, è altresì da considerarsi la componente economico- sociale e culturale quale fondamentale in tale definizione.
Basti pensare all’aumento — in questa considerazione drammatico — della superficie boschiva nazionale la quale è cresciuta di circa 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari e la biomassa forestale del 18,4 % in circa dieci anni [7]. Pur non negando gli impareggiabili effetti positivi che tale fenomeno provoca in termini ambientali, è da considerarsi non solo la quantità dell’aumento verde bensì la qualità e ancor più la distribuzione spaziale di tale crescita. Tale espansione, infatti, è drasticamente legata a filo doppio con i fenomeni — diffusi in tutto l’arco alpino — di spopolamento delle zone montane, di abbandono delle aree marginali e dell’agricoltura montana, della mancata gestione delle infrastrutture forestali e delle risorse forestali, delle sempre minore consapevolezza a riguardo delle tematiche forestali da parte del cittadino [8].
Proprio nelle pratiche connesse a tale evoluzione consiste la vera capacità di “adattamento” alle mutate condizioni climatiche e territoriali cui ci troviamo a convivere. Nel mettere in atto tutta una serie di azioni mirate e alle volte coraggiose per una corretta gestione del bosco al fine di prevenzione dal rischio di incendio e nel non trattare più la problematica quale eccezionale ed emergenziale. Prendendo atto nella situazione in corso, si dovrà altresì intervenire programmaticamente al fine di assicurare una risposta rapida, efficace e diretta alla causa più che agli effetti nei confronti dei futuri fenomeni di incendio.
Riferimenti bibliografici:
[1] Ministero dell’Interno. (2021, October 1). Incendi boschivi: Conclusa la campagna 2021. Ministero dell‘Interno. http://www.interno.gov.it/it/notizie/incendi-boschivi-conclusa-campagna-2021
[2] Grottolo, T. (2022, February 22). In Trentino 13 incendi in soli due mesi: “Le concause climatiche sono state determinanti, nel Tesino la pioggia mancava da 54 giorni.” il Dolomiti. https://www.ildolomiti.it/ambiente/2022/in-trentino-13-incendi-in-soli-due-mesi-le-concause-climatiche-sono-state-determinanti-nel-tesino-la-pioggia-mancava-da-54-giorni
[3] Agenzia Giornalistica Italia. (2022, February 3). Aumentano gli incendi in pieno inverno, colpa del vento e della siccità. AGI. https://www.agi.it/cronaca/news/2022-02-03/aumento-incendi-italia-15455455/
[4] European Forest Fire Information System. (2022). EFFIS – Estimates for EU Countries. EFFIS. https://effis.jrc.ec.europa.eu/apps/effis.statistics/estimates
[5] Maringer, J., Ascoli, D., Gehring, E., Wohlgemuth, T., Schwarz, M., & Conedera, M. (2020). Ecologia del fuoco delle faggete in ambiente montano. Servizi ecosistemici e misure selvicolturali post-incendio. Notizie per la pratica -WSL, 65, 12.
[6] Antincendio-Italia. (2017, July 19). Incendi boschivi: L’intervista a Luca Tonarelli. Antincendio Italia. https://antincendio-italia.it/incendi-boschivi-lintervista-a-luca-tonarelli/
[7] Conterio, M. (2021, September 29). AMBIENTE: FORESTE PER IL CLIMA – DATI NUOVO INVENTARIO NAZIONALE FORESTALE E DEI SERBATOI DI CARBONIO CARABINIERI – ALL4CLIMATE – MILANO 29-30 SETTEMBRE. Ufficio stampa del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA). https://www.crea.gov.it/-/ambiente-foreste-per-il-clima-dati-nuovo-inventario-nazionale-forestale-e-dei-serbatoi-di-carbonio-carabinieri-all4climate-milano-29-30-settembre
[8] Gecchelin, M. (2022, February 16). The environmental and cultural importance of species-rich mountain meadows and their ecological restoration. GreenMarked. https://greenmarked.it/restoration-of-species-rich-meadows/
Immagine copertina e anteprima: incendio boschivo. Foto free-source di Ylvers scaricata da Pixabay.