19 novembre 2021

Lo scorso 11 novembre, all’auditorium di Lavis (TN) si è tenuto una conferenza che verteva sulle possibili soluzioni per ridurre l’impatto ambientale degli edifici urbani, in particolare con i tetti verdi.
L’iniziativa si è svolta in due momenti. La prima parte era rivolta soprattutto a personale tecnico, con la dott.ssa. Helga Salchegger del centro di sperimentazione di Laimburg [1], che ha presentato 15 anni di esperienza e sperimentazione. Si è potuto apprendere come si realizzano in pratica i tetti verdi, gli aspetti strutturali e statici, le tipologie esistenti (estensivo ed intensivo) e i vantaggi che portano per quanto riguarda l’isolazione degli edifici (termica ed acustica), la ritenzione delle acque meteoriche e i benefici apportati dalla vegetazione messa a copertura. Le ultime ricerche ancora in corso, riguardano la realizzazione di tetti verdi che puntano a massimizzare la biodiversità, attraverso verde misto intensivo ed estensivo, inserendo piante più grandi, rocce, e aree non vegetate ma anche collinette di ghiaia (dove possono nidificare le api selvatiche) e tronchi (che offrono cibo a riparo a diversi insetti). Questi sforzi hanno dimostrato di poter creare una piccola oasi, habitat di molte specie che potranno avere, un’area indisturbata all’interno del contesto urbano.
Durante la seconda parte, rivolta a tutta la comunità, le ricercatrici di Eurac Research Silvia Croce e Sonja Gantioler hanno illustrato il loro studio riguardante la possibilità di aumentare la superficie verde sfruttando i tetti nella zona industriale a sud di Bolzano [2], data la sua vastità, ovvero circa un terzo della città di Bolzano. Questa è una zona di particolare interesse per questo studio, perché è quasi totalmente “sigillata” dal cemento. Le ricercatrici hanno illustrato i problemi che si creano in queste aree altamente urbanizzate, ovvero l’aumento di temperatura sia per l’assorbimento (e restituzione) di calore da parte delle superfici artificiali, ma anche per la scarsa ventilazione dovuta alla vicinanza dei fabbricati, creando quelle che si chiamano isole di calore.
Nelle aree interessate dall’effetto dell’isola di calore, la temperatura media può arrivare ad essere fino ad 1°C maggiore rispetto alla media delle aree urbane circostanti.

Fig. 1: le relatrici di Eurac Research Sonja Gantioler (sx) e Silvia Croce (dx) durante la loro presentazione.
I tetti verdi e il verde pensile in generale offrono molti vantaggi nella riduzione di questo effetto e degli inquinanti? Come agiscono piante, arbusti ed erbe?
1. Assorbono le radiazioni solari e gas inquinanti (biossido di azoto)
2. Fermano le polveri sottili e fissano nel suolo l'anidride carbonica
3. Trattengono e rallentano gli effetti dannosi dello scorrere delle piogge intense
4. Raffrescano l’ambiente circostante grazie all’evapotraspirazione, che può essere di alcuni preziosi gradi
5. Migliorano la resa dei pannelli fotovoltaici, fenomeno poco noto ma legato alla temperatura ottimale di funzionamento degli stessi.
Più volte è stato ripetuto dalle relatrici che in ogni caso si tratta di un’estremizzazione della natura: i tetti verdi non possono essere visti come una soluzione definitiva ma solo parziale, per “tamponare” i problemi dovuti all’alta urbanizzazione. Le aree verdi sul suolo vero e proprio avranno sempre la precedenza per una più sostenibile pianificazione urbana: l’attenzione per il suolo non deve essere trascurata visto la sua importanza nell’assorbimento dell’acqua, nel trattenere anidride carbonica ed essere habitat per la biodiversità.
Un altro fattore da non trascurare portato all’attenzione dal pubblico è la tipologia di materiali utilizzati per la realizzazione di tetti verdi. Il materiale utilizzato per isolare, trattenere e far defluire l’acqua è principalmente plastico: si pone quindi il problema di come questo materiale verrà in futuro smaltito.
La serata ha mostrato molteplici punti di interesse anche per il nostro territorio sia per la metodologia seguita, che per le soluzioni proposte. In conclusione, si evidenzia come la maggior attenzione verso la qualità dell’ambiente sia ormai legata ad una corretta gestione del rapporto tra uomo e natura.
Riferimenti bibliografici:
[1] Abram, Paolo e Salchegger, Helga (2017) Il verde pensile : tra tecnica e natura. Architettura, ingegneria e ambiente . Legislazione tecnica, Roma. ISBN 978-88-6219-237-8
[2] Silvia Croce et al (2019) A Systemic Approach for the Optimization of Urban Surfaces Usage IOP Conf. Ser.: Earth Environ. Sci. 290 012113
Questo articolo fa parte del progetto “Environmental Blogging Boost 4 Students”, finalizzato all’incremento della diffusione di conoscenze e pratiche agroecologiche nonché quelle per l'utilizzo sostenibile delle risorse idriche in Trentino. Il progetto è ufficialmente sostenuto dal Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento B.I.M. dell’Adige (provvedimento concessione n. 100 del 09/06/2021).