24 giugno 2022

Durante la conferenza del 5 giugno 2022 presso il Festival dell’Economia di Trento, l’esperto in economia forestale Alessandro Dolcetti afferma che “l’Unione Europea sostiene che l’utilizzo di biomasse a scopi energetici rappresenta un problema, mentre il miglior impiego del legno è a fini costruttivi" [1].
In effetti, dall’ultimo Rapporto sull’Uso delle Biomasse Legnose per la Produzione di Energia in Unione Europea, emerge chiaramente come, pur valutando positivamente il crescente utilizzo di tali risorse in termini di dismissione delle fonti fossili, permanga la preoccupazione in seno all’Europa di come “[…] l’intensificazione della gestione delle foreste, per produrre ulteriore biomassa, può aumentare le pressioni sugli ecosistemi forestali a livello locale" [2].
Il fatto fa specifico riferimento ai dati pubblicati nel Report che vedono per l’anno 2015 una quota del 63 % del totale del legno utilizzato in UE destinato alla produzione di bioenergia [2]. In termini quantitativi, inoltre, si identifica nello studio una quota del 59,2 % di tutte le fonti rinnovabili utilizzate in UE proveniente da bioenergia.
Non solo, il Report specifica chiaramente come, in seno alla strategia sulla biodiversità per il 2030, si preveda un netto aumento della domanda di bioenergia, la quale si traduce in un aumento diretto di domanda di legno e biomassa legnosa. In particolare, tre modalità per la produzione di biomassa aggiuntiva sono identificati dal Report: (1) aumento della raccolta di residui di legname; (2) afforestazione / riforestazione; (3) conversione delle foreste naturali in piantagioni [2].
In tale discussione si inserisce con forza la dichiarazione di Dolcetti, la quale propone un’analisi della situazione italiana – ed in particolar modo trentina e veneta – ben differente rispetto ai timori europei di mancanza di legname.
Per l’area trentina, si registra un notevole progetto di definizione e quantificazione dell’utilizzo delle biomasse legnose in Provincia datato 2011-2012. Al tempo, il progetto "Biomasfor" propone un modello olistico per la valutazione della bioenergia forestale sostenibile. Ne emerge, in sintesi, un quadro deficitario per materiale legnoso utilizzabile a scopi energetici in quota del 30 % sul totale del fabbisogno dell’area [3].
La soluzione qui proposta vede “l‘attivazione di un recupero conveniente dello scarto agricolo da un settore ben organizzato e già ben infrastrutturato (meleti, vigneti): con differenziazione della fonte e integrazione del reddito delle aziende agricole trentine” [4].
In ogni caso, previsioni stilate al tempo vedono come non ragionevole un incremento dell’attività di segagione anche al fine di produzione di maggiori quantità di scarto e di cippato energetico. Ulteriori e più recenti analisi della situazione trentina non risultano ad oggi disponibili. Alcune opinioni degli artigiani del Trentino, comunque, sembrano da sole porre l’attenzione sulla mutata condizione economica e sociale rispetto ad un decennio addietro: “Le 140 ditte di segherie e imballaggi, con circa 1.300 addetti, lavorano in Trentino in media 1 milione di metri cubi di tondo, ma la disponibilità è di 500 mila metri cubi. Cioè ne acquistiamo la metà da fuori provincia. Il punto è che 1 milione di metri cubi di tondo lavorato produce 1,2 milioni di metri steri di sottoprodotti, scarti delle segherie che, per il 45-47 % non viene utilizzato in Trentino" [5].

Fig. 1: Nella definizione della capacità di esbosco per un territorio si deve riconoscere di fondamentale importanza la presenza di adeguate infrastrutture forestali atte al trasporto del materiale. Foto free-source di Ma Ti scaricata da Unsplash (Scozia, 18 settembre 2020).
Su questa scia, si pone il progetto veneto "Biomass-React", capitanato dall’impresa forestale Cippolegno srl in partenariato con il dipartimento Tesaf dell’Università degli Studi di Padova ed FSC Italia e attivato sul territorio del Comune di Asiago (VI) nel periodo 2019-2021 [6].
I risultati del progetto mostrano come la quantità di legname movimentato da maggio 2019 a gennaio 2021 nel territorio dell’Altopiano di Asiago ha superato i 46.000 metri cubi. Di questi circa il 20 % è stato categorizzato ai fini di biomassa per cippatura. In termini generali, si sono prodotti in media negli ultimi tre anni 450 cubic meters di materiale al mese ai fini bioenergetici sotto forma di cippato. Tali quantità risultano a dir poco ingenti se confrontate con i valori medi generalmente gestiti nell’area, pari a circa 450-650 metri cubi annui per cippatura.
In tale situazione, punto di svolta è risultato la tempesta VAIA e le sue conseguenze.
Pur non negando gli innumerevoli impatti negativi che l’evento ha provocato in gran parte delle Alpi Orientali, il progetto pone le basi per una determinazione ed un utilizzo corretti del materiale risultante dal passaggio del fronte tempestoso. In tal senso, i dati dimostrano come — in smentita rispetto alle previsioni dettate per il Trentino all’inizio del decennio — la macchina forestale nazionale, qui rappresentata dalla filiera asiaghese, funziona anche per quantitativi di materiale da esboscare e lavorare ingenti. In quest’ottica, sia in condizioni ordinarie che in seguito ad eventi climatici estremi, il prelievo legnoso si dimostra passibile di aumento a carico della filiera nazionale, considerando, in tal senso, l’attuale sotto-prelievo italiano rispetto alle stime di incremento legnoso annue [7].
Il progetto, inoltre, dimostra come risulti possibile, per un territorio quale quello dell’Altopiano dei Sette Comuni, l’avviamento e il consolidamento di un processo virtuoso che favorisca la costituzione di una filiera locale di impiego della biomassa. In tal ambito, risulta determinante, ai fini della possibilità di prelievo e utilizzo del materiale legnoso, la costruzione di una “[...] governance in grado di gestire in modo più strutturato il materiale presente nell’area, valutando non solo la disponibilità, ma anche gli aspetti logistici e la domanda locale” [6].
Infine, valutata l’emergenza fitosanitaria determinata dalla comparsa di scolitidi del legno (in particolare Ips typographus) ed essendo il materiale colpito non disponibile a fini d’opera e lavorazione, si prevede a partire dal materiale tempestato un’aumentata disponibilità di materiale destinato a cippatura anche per gli anni a venire.
Immagine di copertina e di anteprima: un piccolo trasportatore raccoglie legna di betulla in un bosco di betulle. Foto free-source di Ma ti scaricata da Unsplash (Scozia, 18 settembre 2020).
Riferimenti bibliografici:
[1] Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento. (2022, June 05). Fonti rinnovabili, accumuli e bioenergie in Trentino e in Alto Adige [Online; dated 13-June-2022]. https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Fonti-rinnovabili-accumuli-e-bioenergie-in-Trentino-e-in-Alto-Adige.
[2] Camia, A., Giuntoli, J., Jonsson, R., Robert, N., Cazzaniga, N. E., Jasi- nevičius, G., Grassi, G., Barredo, J. I. & Mubareka, S. (2021). The use of woody biomass for energy production in the EU. Publications Office of the European Union.
[3] Sacchelli, S., Zambelli, P., Zatelli, P. & Ciolli, M. (2013). Biomasfor: an open-source holistic model for the assessment of sustainable forest bioenergy. iForest-Biogeosciences and Forestry, 6(5), 285.
[4] Casini, Lapo. (2013, December 11). Le biomasse legnose in Trentino secondo il progetto Biomasfor [Online; dated 13-June-2022]. GeorgofiliINFO. https://www.georgofili.info/contenuti/le-biomasse-legnose-in- trentino-secondo-il-progetto-biomasfor/1561.
[5] Varesco, L. (2022). Biomassa legnosa, alternativa al gas: le opinioni degli artigiani del Trentino [Online; dated 13-June-2022]. https://www.artigiani.tn.it/biomassa-legnosa-alternativa-al-gas-le-opinioni-degli-artigiani-del-trentino/.
[6] Pellegrini, M., Bertotti, M., Grigolato, S. & Novak, M. (2021). Biomass-React, il progetto che valorizza l’impiego della biomassa forestale. Agriforenergy, 15(2), 26–29.
[7] INFC. (2015). Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di Carbonio [Online; dated 13-June-2022]. https://www.inventarioforestale.org/it.