06 maggio 2022

Il mercato volontario dei crediti di carbonio (“MVC”) offre a imprese e organizzazioni intenzionate a migliorare la propria impronta ecologica una soluzione a basso costo per raggiungere i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio. All’interno dell’MVC, i soggetti possono compensare le proprie emissioni di CO₂ acquistando crediti di carbonio, ovvero una quantità di anidride carbonica ridotta, evitata o rimossa in altre zone, equivalente a quella effettivamente emessa. Ogni credito corrisponde a 1000 kg di CO₂e.
Come discusso in un altro articolo blog, Rabobank sta sviluppando una piattaforma per rendere il mercato volontario dei crediti di carbonio accessibile ai piccoli agricoltori del Sud del mondo. The platform is called ACORN: Agroforestry Carbon Removal Units for the Organic Restoration of Nature. ACORN wants to provide a fully traceable, ex-post solution, meaning that the source of each Carbon Removal Unit (“CRU”) is linked to an existing piece of land with trees that have already removed carbon from the atmosphere.
“In assenza di norme di qualità, il prezzo è considerato l'unico indicatore di qualità per le Unità di Assorbimento di Carbonio."
Secondo Emma van de Ven, Strategy Lead di ACORN, questo approccio è unico perché i crediti di carbonio sono solitamente venduti ex-ante, prima che l’albero sia piantato e molto prima che inizi lo stoccaggio effettivo di anidride carbonica. E spesso senza alcuna informazione in merito al metodo adottato per il calcolo della quantità stoccata. Alla domanda su come si misura la qualità dei crediti di carbonio presenti sul mercato, Van de Ven sottolinea che il prezzo viene considerato l’indicatore chiave a causa dell'assenza di regolamenti di qualità e trasparenza di mercato. In termini numerici, tuttavia, la qualità dei crediti non è attualmente ritenuta importante perché ogni credito compensa la stessa quantità di CO₂ e dunque ha il medesimo valore di compensazione.
“Poiché il prezzo di un credito è stabilito senza un riferimento di mercato, gli acquirenti credono che un prezzo alto equivalga a una buona qualità, il che è segno di una totale mancanza di trasparenza."

Fig. 1: alberi per la compensazione di emissioni di carbonio in un vivaio di ACORN in Tanzania (Jelmer van de Mortel).
I certificatori dei crediti di carbonio tendono a mantenere lo status quo approvando UAC con differenti standard di qualità. In mancanza di stimoli per scartare crediti di bassa qualità i certificatori non sono incentivati a migliorare la qualità del proprio portafoglio, ammette Van de Ven. Ciò li priverebbe di entrate e, soprattutto, metterebbe in discussione la loro credibilità. Come si può dunque segmentare il mercato per rendere imperativa la trasparenza e stimolare l'acquisto di crediti a prezzi più alti e di maggiore qualità?
Van de Ven sostiene che l'unico modo per ottenere un cambiamento dello status quo è differenziare la qualità dei crediti di carbonio. Oltre a specificare il tipo di credito (di riduzione, rimozione o evitamento), il metodo di contabilità adottato (ex-ante o ex-post) e l'origine del credito (energia rinnovabile, da fonte naturale, ecc.), un altro elemento da inserire potrebbe essere il numero di benefici aggiuntivi forniti dal progetto. Per esempio, i crediti originati da una centrale idroelettrica non forniscono ulteriori benefici ambientali attinente ad altri obiettivi per lo sviluppo sostenibile ("SDG"). A parte la generazione di crediti di carbonio, una centrale idroelettrica contribuisce allo stesso numero di SDG trattati è una centrale termoelettrica alimentata a carbone. ACORN, invece, contribuisce a cinque SDG.
I crediti di carbonio con pochi o zero benefici aggiuntivi non devono essere necessariamente banditi dal mercato. A titolo esemplificativo, consideriamo i polli low-cost di un supermercato. Vengono pompati con antibiotici, come l'avoparcina, che accelera la loro crescita, e di acqua che aumenta il loro peso. "Sì, sono più economici e si trovano al supermercato, quindi si possono mangiare, ma il loro acquisto ripetuto è ingiustificabile dal punto di vista sanitario". Se fossero presenti "crediti di carbonio low-cost" le imprese e le organizzazioni non potrebbero giustificare il loro acquisto ripetuto e conseguentemente "si estingueranno da soli (nessuna offesa ai polli)".

Fig. 2: conferenza ACORN in Tanzania per un progetto di compensazione di carbonio (Jelmer van de Mortel).
Quando elementi quali il numero di benefici aggiuntivi saranno resi trasparenti, la qualità degli UAC potrà essere definita tramite protocolli e classificata con prezzi comparabili. "Solo allora si potrà iniziare a lavorare per un prezzo segmentato in base al mercato. Ora, i crediti di carbonio dell’MVC non hanno prezzo di mercato perché ancora non abbiamo categorie come "biologico", "ruspante” o “better-life”... e tantomeno la trasparenza è considerata all'interno dell'MVC.
Ma chi dovrebbe incentivare tale cambiamento? Van de Ven afferma che "non saranno gli acquirenti di crediti, perché vogliono pagare il meno possibile, e nemmeno i certificatori." Una realtà alquanto contradditoria visto che tutte le azioni all’interno dell’MVC sono volontarie e "guidate da uno stimolo esterno e in particolare dalla percezione dei consumatori". Se acquirenti e certificatori vogliono mostrare ai propri consumatori che stanno facendo del bene (per l’ambiente), devono essere trasparenti sulla vera natura dei loro crediti di carbonio. Se non possono dire su cosa si basano le loro affermazioni di "emissioni zero", è possibile che i loro impegni stiano determinando danni piuttosto che soluzioni alla crisi climatica. I consumatori devono essere informati su tali pratiche per poter fare leva sul cambiamento.
Il progetto ACORN dimostra che la piena trasparenza all'interno del mercato volontario dei crediti di carbonio è possibile. Il loro approccio si basa su le migliori pratiche e protocolli che richiedono una comprensione profonda dello stoccaggio di carbonio e della distribuzione di valore. Deve essere chiaro quando, dove e da chi viene immagazzinato il carbonio, chi paga alla fine e da dove proviene il denaro. Van de Ven conclude dicendo che "a prescindere dal costo per Rabobank, l'agricoltore ottiene sempre l'80 % dei profitti indipendentemente dal fatto che il prezzo del credito sia 20 € o 50 €."

Fig. 3: i crediti di carbonio di ACORN forniscono benefici ambientali aggiuntivi (Jelmer van de Mortel).
Questo articolo si basa su un'intervista a Emma van de Ven, Strategy Lead di ACORN (Rabobank), condotta il 15 febbraio 2022. Originariamente l’articolo è stato pubblicato sul sito internet del Fair & Smart Data Spearhead del Dipartimento di Economia e Business dell’Università di Maastricht.
Immagine di copertina e di anteprima: paesaggi suggestivi nei dintorni del sito pilota di ACORN in Tanzania (Jelmer van de Mortel – Direttore di ACORN, Rabobank).