02 ottobre 2020
A fine primavera, quando in Italia il lockdown veniva ridotto e cominciavamo a tornare all’aria aperta, iniziammo ad apprezzare maggiormente gli spazi naturali del nostro territorio. Non potendo andare troppo lontani, comprendemmo quanto fosse preziosa la possibilità di camminare e andare in bici sulle ciclabili, nei parchi, nelle campagne e nei boschi vicino a casa.
La montagna che sovrasta parte della Piana Rotaliana, la Paganella, è da sempre stata un riferimento per le gite domenicali degli abitanti della Valle dell’Adige, sia d’inverno che d’estate. Negli ultimi decenni il turismo estivo e invernale dell’Altopiano della Paganella si sono sviluppati notevolmente ma in modalità differente.
Da un lato abbiamo il turismo invernale, sinonimo di sci, dove l’essenziale è la neve. Questa, tuttavia, è caduta sempre più raramente negli ultimi anni e ha imposto un uso massiccio degli impianti di innevamento artificiale. Dall’altro abbiamo il turismo estivo, il quale offre una maggiore varietà di attività meno impattanti: dal relax al lago di Molveno alle passeggiate in quota, dalle vie ferrate ai tour in mountain bike (“MTB”).
Fig. 1: data la scarsità di neve e le temperature elevate in inverno, MTB e sci hanno convissuto per un certo periodo. Gli uni su terra e gli altri su neve (artificiale). Fonte: autore, dicembre 2016.
Negli ultimi anni la MTB ha avuto una crescita esponenziale ed è ora la disciplina più praticata in Paganella nel periodo estivo. Rappresenta il parallelo estivo della disciplina più praticata in inverno: lo sci. La MTB c’è da sempre sull’Altopiano ma solo con l’apertura del bike park di Fai della Paganella le presenze hanno iniziato a crescere significativamente. Il bike park è stato frutto di una buona sinergia tra privati, che lo hanno costruito, e il pubblico, che lo ha pubblicizzato grazie all’Azienda di Promozione Turistica (“APT”) Dolomiti-Paganella. In una recente intervista, il direttore dell’APT Luca D’Angelo ha riferito che il numero di presenze sull’Altopiano legato alla MTB è passato da 14mila nel 2017 a più di 34mila nel 2019, con crescite annuali del 60-70%. [1]
Rispetto alla MTB, lo sci e gli altri sport invernali hanno sicuramente numeri ed entrate più importanti. Sono però abbastanza grandi per giustificare un tipo di sviluppo turistico basato sullo sfruttamento indiscriminato della montagna? Me lo chiedo da tempo senza trovare una giustificazione a quello che sta succedendo in questi giorni.
Fig. 2 e 3: disboscamento nei pressi dello Chalet Forst, prati di Gaggia, Altopiano della Paganella. Fonte: autore, 1 ottobre 2020.
Dopo la creazione nel 2019 della nuova pista da sci Jana Granda, da noi ribattezzata “Granda Jaggianata” [2], e del suo impianto di risalita, anche quest’anno si procede con il sistematico disboscamento per l’espansione delle aree sciistiche. Alberi abbattuti che un tempo drenavano l’acqua, proteggevano il suolo dall’erosione, offrivano riparo dal vento, donavano risorse e habitat alla fauna locale, stoccavano CO2 nel terreno e nel proprio legno. Tali abbattimenti hanno già un impatto significativo, il quale verrà ingrandito dalla costruzione di una nuova pista da sci e da slittini con annesso bacino idrico nell’area di Molveno [3] ed una pista da slittini nell’area di Fai della Paganella [4].
Sia lo sci che la MTB utilizzano gli impianti di risalita, seppur in due stagioni diverse. Quali sono però le differenze tra questi due sport dal punto di vista dell’impatto ambientale. Per la MTB bastano sentieri, naturali o artificiali immersi nei boschi, i quali si integrano bene con l’ambiente circostante. Per lo sci, invece, servono spianate senza alberi e altri ostacoli, bacini idrici per l’innevamento artificiale ed elevate quantità di energia elettrica. E’ chiaro che lo sci ha un maggiore impatto ambientale sulle comunità locali. Non solo gli ecosistemi, la flora e la fauna locale sono condizionati, ma anche le future generazioni umane, private del proprio patrimonio naturale. Una perdita importante visto che viviamo nell’era Covid-19 e guardiamo con apprensione a possibili lockdown venturi [5].
Dalle immagini satellitari seguenti vediamo come questa politica incentrata sul turismo invernale abbia causato in pochi anni un notevole impatto ambientale in Paganella e abbia permesso un drastico cambiamento dell’utilizzo del suolo dell’Altopiano. Nelle immagini 2017 – 2020 sottostanti è indicato col cerchio rosso dove è stato disboscato recentemente. Si può notare anche la pista “Jana Grande” realizzata nel 2019. Le strutture e i sentieri realizzati per la MTB sono invece invisibili da questa prospettiva, poiché richiedono minimo spazio e minori trasformazioni del terreno rispetto alle strutture sciistiche.
Fig. 4: Ski Area Paganella vista dal satellite in agosto 2017. Fonte Sentinel-2 ESA.
Fig. 5: Ski Area Paganella vista dal satellite nel settembre 2020. In rosso le zone recentemente disboscate. Fonte: Sentinel-2 ESA.
Vicino a noi, in Alto-Adige, l’impatto di Vaia è stato molto sentito e un sostanzioso gruppo di cittadini sta cercando di ricostruire quello che è stato distrutto [6]. Noi trentini, invece, lasciamo che la distruzione continui, ma per mano nostra e non di una tempesta.
Dobbiamo dire basta a questo sfruttamento pubblicamente autorizzato dell’Altopiano della Paganella. Aiutaci anche tu a fermarlo! Parlane ad amici e appassionati di montagna in modo tale che non passi inosservato.
Sitografia:
[1] Gasca, G.L., 2020. Quando la bici diventa motore turistico [WWW Document]. URL https://www.montagna.tv/164190/quando-la-bici-diventa-motore-turistico/ (accessed 10.2.20).
[2] Claus, M., 2019. Na Granda Jaggianata. URL https://greenmarked.it/blog/na-granda-jaggianata/ (accessed 10.2.20).
[3] PAT, Fugatti, M., 2019. Verbale Di Deliberazione Della Giunta Provinciale – Reg. Delib. N. 1553, Riferimento: 2019-S158-00021.
[4] Agenzia Provinciale Protezione Ambiente, Canepel, R. 2020. Provvedimento Del Dirigente Dell’Agenzia N. 252, Riferimento: 2020-AG02-00266.
[5] Miller, M.L., 2020. Spazio vitale contro COVID-20. Da Wuhan a Codogno, da Shanghai a Mezzocorona. URL https://greenmarked.it/blog/spaziovitale-contro-covid20/ (accessed 10.2.20).
[6] B., L., 2020. Più di 500 alberi piantati sulle “macerie” di Vaia ai piedi del Latemar: nasce “South Tyrol Plants”, un’iniziativa di piantumazione boschiva partecipata. il Dolomiti.