Mark Miller
Mauro Pisano
Viaggio nell’emarginazione e nella natura del Brasile
A cura di Mauro Pisano
Il nostro viaggio, come giovani Aifo, ha fatto tappa, tra novembre e dicembre scorsi, a Porto Nacional, nel Brasile centrale, nello Stato del Tocantins, che prende il nome dal fiume che lo attraversa.
Qui ci attendeva Ibis Alan De Souza, Presidente dell’Associazione locale COMSAUDE, nata nel 1969, che con l’appoggio di BRASA (Aifo in Brasile) lavora per garantire la salute dei cittadini, gestire programmi di sviluppo socioeconomico, incentivare l’accesso all’educazione e promuovere eventi culturali per le fasce vulnerabili della popolazione.
In definitiva la COMSAUDE gestisce un programma di sviluppo comunitario molto valido e, grazie al sostegno di Aifo, in questi ultimi anni si è riusciti ad aumentare il numero di persone beneficiate. Abbiamo visitato il Centrinho, centro educativo e di recupero per bambini malnutriti della periferia di Porto Nacional, dove si è potuto constatare che la stragrande maggioranza delle mamme sono di giovane età, alcune vittime di abusi.
In seguito, grazie a Rosa, una delle coordinatrici della COMSAUDE, abbiamo conosciuto l’Escola Família Agricola (EFA), che si occupa dell’educazione dei ragazzi cresciuti in area rurale e intende valorizzare le piccole aziende agricole familiari del cerrado brasiliano, un’eco regione caratterizzata da savana, con grande biodiversità di fauna e flora.
L’EFA è composta da una struttura con aule, dormitori, mensa, uffici amministrativi e, tutto intorno, un’azienda agricola. Fondamentale è il lavoro pratico all’esterno, dove gli studenti imparano attraverso la gestione diretta di attività agricole e di allevamento. La scuola, gestita dalla COMSAUDE, permette ai giovani di rimanere legati alle loro radici culturali e fornisce gli strumenti necessari affinché possano gestire le piccole aziende agricole assieme alla famiglia di origine.
In tal modo il programma educativo promuove lo sviluppo e la sostenibilità delle aziende agricole familiari, che nell’area sono preda delle grandi multinazionali che creano le colture intensive, in genere di soia. Grazie alla collaborazione dei docenti, abbiamo partecipato anche ad un Convegno di Agroecologia, durante il quale si è parlato del cerrado, e che ci ha portato a riflettere sull’importanza dell’ambiente.
Un’altra tappa importante del nostro viaggio è stata quella a Taquaruçu, che si trova a 60 km da Porto Nacional. Presso il Centro Criatividade abbiamo incontrato il gruppo di percussionisti Tambores do Tocantins, gestito da persone della COMSAUDE molto affiatate che, coinvolgendo i giovani, intendono valorizzare e preservare la cultura musicale tradizionale. Il gruppo è diventato molto popolare negli ultimi anni ed ora è impegnato anche nella protezione del cerrado dalla distruzione provocata dalle culture intensive, anche grazie ad una recente legge che permette la creazione di riserve ecologiche. Abbiamo conosciuto la coltura intensiva spostandoci pochi chilometri da Porto Nacional, con un’escursione in una delle aziende produttrici di soia, con un’area seminata di 3.500 ettari. Ancora oggi il dott. Eduardo Manzano e sua moglie Heloisa, fondatori della COMSAUDE, con la partecipazione diretta delle fasce vulnerabili della popolazione, partecipano alle gestione dei diversi programmi. Nonostante l’età avanzata proseguono il loro lavoro, anche in difesa del cerrado, partendo dal presupposto che “La Natura equivale a salute, cibo, economia e sopratutto VITA”.
La lotta contro la monocoltura
A cura di Mark L. Miller
Ho sentito il termine “agroecologia” forse cinque volte nella mia vita, quattro delle quali durante un corso universitario. Qui in Brasile, invece, il termine è assai diffuso. Agroecologia è, in sostanza, l’applicazione dei principi ecologici all’agricoltura e si fonda sui valori della sostenibilità nonché della protezione e buona gestione degli ecosistemi naturali. A ciò si aggiungono i temi dell’agricoltura biologica e famigliare e del commercio di prodotti ecosolidali. Di fatto in Tocantins è in corso una difficile battaglia contro la distruzione del cerrado, contro la monocoltura estensiva di soia transgenica, contro il trattamento spregiudicato di agrotoxe (pesticida), contro un tipo di commercio che non favorisce l’economia locale.
Mauro ed io abbiamo avuto la fortuna di partecipare al II Encontro Tocantinense de Agroecologia a Malhadinha, in un centro sperduto in mezzo al cerrado. L’incontro di quattro giorni è stato caratterizzato da convegni, dibattiti, aule pratiche e visite didattiche agli orti biologici. Al termine è stata stesa la Carta di Malhadinha.
Il tutto, chiaramente, in tipico stile brasiliano: sedendoci collettivamente sotto enormi alberi di mango, gustando riso, feijões e carne e bevendo suco de abacaxi in bicchieri di canna di bambù. Di sera, si tirano fuori i tambores e i cembali e si inizia a far musica e a cantare. Con le note di “Marilia Mendonça” anche noi abbiamo iniziato a ballare forrò. Non si va a dormire presto, qui in mezzo al cerrado la notte è lunga.
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