31 luglio 2020
Di certo l’agricoltura trentina non spicca per la sua eco-sostenibilità.
Tralasciando per ora la letteratura scientifica, gli esempi di danni e noncuranza verso l’ambiente naturale trentino e le specie che lo abitano sono lampanti. Quasi trenta trattamenti fitosanitari all’anno nei meleti, nitrificazione dei corsi d’acqua adiacenti i vigneti, disboscamento di foreste di montagna di protezione.
La sensibilità media di un agricoltore trentino verso dell’ambiente è relativa quanto la teoria di Einstein: esiste nelle chiacchiere in piazza e scompare appena varcato il confine del campo. Un vedo/non-vedo incredibile quanto il mantello regalato a Harry da Silente. Entrando alle 7:30 del mattina nella prima tessera o nel primo filare, s’indossa il mantello dell’invisibilità che vela completamente quella scomoda sensibilità all’ambiente e si mette in mostra l’efficiente produttività agro-industriale. Una pratica frutto dell’ammirevole e brusca operosità trentina che purtroppo impatta notevolmente sull’ambiente.
Eppure alcuni agricoltori trentini provano a imbastire azienda agricole più eco-friendly. In viticoltura, la potatura Simonit-Sirch allunga la durata della vite, il sovescio interfilare riduce l’utilizzo di Nitrophoska e altri concimi sintetici, la confusione sessuale abbassa l’utilizzo di fitosanitari, così come un’adeguata sgarzatura e sfogliatura pre-vendemmia. Questi agricoltori lungimiranti sono quattro gatti, e tre di loro applicano pratiche rispettose dell’ambiente principalmente per motivi economici o di marketing. Poco importa, l’importante è che le applichino: in un modo o nell’altro bisogna convincere tutti i trentatré gatti trentini a fare lo stesso. Bisogna convincere sia i dirigenti aziendali sia i “comuni agricoli”. Difatti non stupisce che tra i 46 comuni convenzionati con l’iniziativa Spighe Verdi per valorizzare l’agricoltura sostenibile, neanche uno sia trentino [1].
Convincere agricoltori, dirigenti e comuni, sarà un’impresa ardua; complicata persino per Saul Goodman con la sua dialettica manipolatrice. Nessuno verrà manipolato, ad ogni modo. Si discuterà invece a più livelli: con gli operai agricoli, i manager delle aziende agricole, i dirigenti delle cooperative, i direttori delle associazioni agricole e i rappresentanti politici comunali e provinciali di settore. Alcuni spartani della Piana Rotaliana già hanno iniziato a discutere a livello politico, portando avanti la proposta di referendum per un bio-distretto provinciale.
La discussione dovrà tenere contro dell’importanza dell’agricoltura trentina per la Provincia di Trento (“PAT”). Essa incide fortemente sul PIL provinciale, fornisce impiego per migliaia di residenti e vicini est-europei, influenza significativamente le dinamiche sociali di innumerevoli comunità, preserva tradizionali paesaggi del territorio montano, alimenta le competenze locali e conserva storici valori culturali. Sono punti che non solo gli agricoltori e i decision makers dovranno considerare, bensì anche gli ambientalisti promotori di sistemi di produzione eco-sostenibili.
Invito tutti gli “ambientalisti da ufficio” a fare un’immersione nel mondo contadino per comprendere meglio le sue basi ed essere maggiormente preparati ai tavoli di discussione venturi. Comprendere meglio chi siede sull’altro lato del tavolo, migliorerà l’incisività delle proprie argomentazioni e aiuterà al raggiungimento di difficili compromessi. Invito tutti i simpatizzanti ambientali trentini e italiani a fare un’esperienza di lavoro stagionale nelle campagne provinciali. Un’esperienza che può aiutare ad individuare le caratteristiche motivo di orgoglio e di vergogna di questo settore, rispetto alla cura del territorio. Una stagione in campagna sporcandosi le mani di terra, allenando la propria resistenza fisica sotto il sole di agosto e rinforzando la propria resilienza mentale contro la ripetitività degli incarichi. Un lavoro che ti permette di costruire nuove relazioni autentiche, che ti richiede di aiutare i colleghi anche in situazioni di stress e stanchezza, che ti obbliga a mostrare senza filtri quanto vali. La persistenza a settimane di duro lavoro tempra sia il fisico che il carattere. Per lo meno ti fa guadagnare un’invidiatissima abbronzatura estiva.
Registrati al portale dell’Agenzia del Lavoro della PAT e dai la tua disponibilità a lavorare come operaio agricolo durante questa stagione di raccolta. Registrati anche se non hai esperienze pregresse e non hai molta manualità. Ti basta essere in forma e in grado di stare otto ore in piedi all’aperto. Provaci perché quest’anno la vendemmia e la raccolta di mele in trentino è carente di numerosi braccianti agricoli bulgari e rumeni [2], a cui è stato imposto uno sconveniente periodo di quarantena di 14 giorni dall’entrata in Italia. Provaci e quando avrai finito raccontaci la tua esperienza e tutte le tue scoperte sulla sensibilità ambientale dell’agricoltura trentina.
Fig. 1: Viticoltura in Piana Rotaliana, Trentino. Mark L. Miller, 2019.
Bibliografia e sitografia:
Immagine copertina: vigneto in Valle di Cembra, Trentino. Mark L. Miller, 2019.
- Redazione ANSA. (2020, July 28). Agricoltura virtuosa, Spighe verdi a 46 Comuni—Terra & Gusto. it. https://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/mondo_agricolo/2020/07/28/agricoltura-virtuosa-spighe-verdi-a-46-comuni_7cd3a256-f254-46d0-92be-6590f91c6bfc.html
- L’Adige. (2020, July 25). Quarantena per Rumeni e Bulgari L’allarme della Coldiretti: «vendemmia e mele a rischio». l’Adige.it.
