A carnevale il bio-distretto provinciale crea il bio-scontro frontale.
Lo scorso 11 febbraio il Comitato promotore per il referendum per la creazione di un bio-distretto provinciale ha annunciato di aver già raccolto circa 6000-6200 firme. L’obbiettivo di raccoglierne 8000 entro fine marzo sembra dunque vicino. Trattandosi di referendum provinciale propositivo, la Provincia avrà l’obbligo di fissare una data in cui i trentini saranno chiamati a votare [1]. Il propositivo è un tipo di referendum presente in Trentino e finora assente in Italia. O meglio, in Italia si sta cercando di introdurlo proprio in questi giorni [2]. In Trentino un referendum propositivo è approvato quando viene raggiunto un quorum del 40% e la maggioranza (50% + 1) dei votanti esprime un parere positivo. A quel punto il verdetto diventa vincolante e la Provincia è costretta a legiferare verso tale scopo [1]. La proposta di un bio-distretto provinciale è quindi un’iniziativa che parte dal basso ma è di fatto un provvedimento top-down. Perché? Capiamolo mettendo alcuni punti del quesito sotto la lente.
La lente puntata sul quesito
“Volete che, al fine di tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità, la Provincia Autonoma di Trento disciplini l’istituzione su tutto il territorio agricolo provinciale di un distretto biologico, adottando iniziative legislative e provvedimenti amministrativi – nel rispetto delle competenze nazionali ed europee – finalizzati a promuovere la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la preparazione alimentare e agroindustriale dei prodotti agricoli prevalentemente con i metodi biologici, ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 228/2001, e compatibilmente con i distretti biologici esistenti?”
“[…] la Provincia Autonoma di Trento disciplini l’istituzione su tutto il territorio agricolo provinciale di un distretto biologico”
Il soggetto della proposizione è la Provincia Autonoma di Trento. Sarà la Provincia a dover ideare e organizzare le modalità di attuazione e amministrazione dell’eventuale futuro bio-distretto. Per tale motivo, il referendum sul bio-distretto conduce a provvedimenti top-down, ovvero da chi è al potere.
Il bio-distretto è “un’area geografica naturalmente vocata al biologico dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse, partendo dal modello biologico di produzione e consumo” [3].
“[…] nel rispetto delle competenze nazionali ed europee”
Premesso che il bio-distretto provinciale dovrà rispettare le competenze nazionali ed europee, quali sono gli attuali provvedimenti amministrativi provenienti dall’Italia e dall’UE?
Dall’Italia
Già approvato dalla Camera l’11 dicembre 2018, il disegno per la legge nazionale sul biologico è ora bloccato al Senato. Entrerà probabilmente in vigore nel 2020 [4]. La legge disciplinerà la produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico nei seguenti punti:
- Il sistema delle autorità nazionali e locali e degli organismi competenti
- I distretti biologici e l’organizzazione della produzione e del mercato
- Le azioni per la salvaguardia, la promozione e lo sviluppo delle produzioni biologiche
- Un marchio nazionale per prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate e allevate in Italia [5].
Dall’UE
Per la PAC 2021-2027 (i.e. Politica Agraria Comune) è prevista una riduzione del budget totale a causa della Brexit e della decisione di spostare alcuni fondi dall’agricoltura a tematiche strettamente ambientali. Anche all’interno della nuova PAC, ciò nonostante, accresce la spinta a favore dell’ambiente, tramite finanziamenti di supporto ad agricoltori e istituzioni agricole che s’impegnano a contrastare la crisi climatica, tutelare l’ambiente, preservare il paesaggio e la biodiversità [6].
[…] ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 228/2001
Il bio-distretto non coinvolgeràsolo gli agricoltorima anche tutti quegli attori che lavorano in attività agrituristiche,
elencati, appunto, nell’art. 13 del decreto legislativo 228/2001.
Ovvero, “[attività] svolte ancorché all’esterno dei beni fondiari,
l’organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, di pratica sportiva, escursionistiche e di ippoturismo finalizzate ad una migliore fruizione e conoscenza del territorio, nonché la degustazione dei prodotti aziendali”.
[…] compatibilmente con gli altri distretti biologici esistenti
Quali sono gli altri bio-distretti in Trentino?
- Bio-distretto di Trento
- Bio-distretto della Valle Dei Laghi
- Bio-distretto Val di Gresta
- Bio-distretto Valle del Vanoi [7].
Quali sono gli altri bio-distretti in Italia?
Quali sono gli altri bio-distretti nel resto del mondo?
- Portogallo: Bio-região Idanha-A-Nova, bio-região Alto Tamega, bio-região São Pedro do Sul, Torres Vedras
- Spagna: Tenerife – Canarie
- Catalogna: Ecoregió Catalunya
- Francia: BioVallèe, GIEE
- Austria: Mühlvierterl
- Svizzera: Valposchiavo
- Germania: Regionalwert-AG Freiburg, Regionalwert-AG Hamburg, Regionalwert-AG Berlin, Regionalwert-AG Colonia
- Slovacchia: Tatra
- Polonia: Dolina Ekologicznej Zywnosci
- Canada: Organic Valley
- Indonesia: Eco Region [7].
I bio-distretti funzionano?
Alcuni risultati dal primo bio-distretto d’Italia: il bio-distretto del Cilento, nato nel 2004.
- Coinvolgimento di 30 amministrazioni comunali
- Coinvolgimento di 400 aziende agrarie iscritte al Registro Regionale degli Operatori dell’Agricoltura Biologica
- Estensione totale della Superficie Agricola Utilizzata: 2000 ha (coltivazioni arboree – specialmente olivo, vite e fico: 32%; seminati/ortive: 22%; prati e pascoli: 46%)
- Incremento di fatturato del 20% negli ultimi due anni delle aziende commercianti (mercatini del biologico, fiere, promozioni estive negli stabilimenti balneari)
- Collocazione dell’intera produzione sul mercato del biologico anziché in parte o in toto sui mercati del convenzionale
- Creazione di cooperazioni tra 20 ristoranti e 10 stabilimenti balneari
- Apertura di Gruppi d’Acquisto Solidale nel bio-distretto
- Creazioni di panieri contenenti eccellenze alimentari per commercializzare prodotti locali sinergicamente
- Apertura di bio-sentieri e bio-spiagge
- Assistenza tecnica e finanziaria gratuita da parte dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica – Campania per tutte le aziende agricole biologiche del bio-distretto [9]
Il botta-risposta sul bio-distretto
Alla luce dell’assai probabile referendum venturo, sono innumerevoli gli incontri informativi organizzati in tutto il territorio provinciale. Il bio-distretto fa discutere. Fa discutere specialmente gli agricoltori locali, i quali sarebbero direttamente colpiti dal provvedimento. Il Comitato promotore è chiamato a rispondere alle numerose perplessità degli agricoltori, ammortizzare le accuse, difendere la propria tesi. Segue qui sotto il botta-risposta emerso durante la serata dell’11 febbraio, organizzata dall’assessore all’ambiente di Lavis, Franco Castellan.
Botta
Alcuni agricoltori locali tra il pubblico:
- hanno mostrato rancore verso un’iniziativa che vuole screditare i benefici ambientali che l’agricoltura integrata già comporta (e.g. riduzione dei fitofarmaci grazie a pratiche ben consolidate quali la confusione sessuale)
- temono che tale iniziativa comporterà l’obbligatorietà di effettuare la conversione al biologico
- temono che il quesito nasconda obblighi aggiuntivi e che il bio-distretto non sia semplicemente un motore di sviluppo per chi sceglierà di passare al biologico (“Questa cosa mi puzza”)
- criticano tale iniziativa perché inciterà lo scontro tra chi produrrà col metodo biologico e chi con quello integrato
- hanno sottolineato che l’iniziativa non è partita dai contadini, ovvero chi verrà direttamente colpito dai provvedimento, qualora il quesito venisse accolto dal referendum
- hanno sottolineato che non è giusto scaricare il peso della transizione verso un tipo di produzione agraria a minor impatto ambientale quando i consumatori stessi e i mercati non la promuovono: la produzione deve semplicemente seguire l’andamento del mercato.
Un amministratore locale tra il pubblico
- ha evidenziato, citando protocolli locali e provinciali passati, che l’iniziativa non dà giusto peso a chi ha portato avanti azioni politiche per l’ambiente in agricoltura in passato.
I referenti di alcune istituzioni agrarie (cooperative frutticole, Coldiretti, ecc.)
- si sono alterati perché non sono stati chiamati al confronto prima dell’apertura del Comitato per la proposta referendaria
- hanno evidenziato che i trattamenti chimici non possono essere messi in croce. Servono a prevenire o guarire le piante (per esempio dalla cimice asiatica e drosophila suzukii), così come i farmaci [chimici] servono a prevenire o guarire una persona umana
- sono disposti a sedersi a una tavola rotonda portando idee propositive qualora il referendum fosse approvato [10]
Risposta
Alcuni spettatori tra il pubblico:
- hanno plaudito la presentazione e i contenuti dell’iniziativa
- hanno firmato la proposta referendaria una volta terminato l’incontro
- hanno sottolineato che con una produzione biologica inferiore al 4%, il Trentino esce largamente sconfitto da altri stati europei (per esempio l’Austria è al 20%)
- hanno sottolineato che l’iniziativa è un bellissima opportunità per tutelare maggiormente l’ambiente. La Provincia dovrà aiutare gli agricoltori a sostenere (in termini di assistenza tecnica ed economica) la conversione al biologico.
Rispondendo agli interventi del pubblico, il Comitato promotore ha sottolineato che
- il Trentino rimane il fanalino di coda in Italia per la produzione biologica
- alcune mense scolastiche trentine sono state costrette a comprare prodotti biologici da regioni italiane limitrofe (e.g. mele biologiche dall’Emilia-Romagna)
- il Consiglio della Provincia di Trento ha fatto davvero poco per l’agricoltura biologica e per il supporto all’ambiente negli ultimi anni
- sarà lieto di partecipare a tavole rotonde con le istituzioni agricole una volta che saranno state raccolte le 8000 firme, ovvero quando avrà “qualcosa da portare al tavolo”
- il bio-distretto non obbligherà gli agricoltori a convertirsi al biologico ma darà supporto a chi lo vorrà fare. Finora, gli agricoltori e le cooperative che producono con metodo biologico sono stati lasciati soli.
- il bio-distretto permetterà al Trentino di iniziare un percorso di trasformazione culturale verso un modello di sviluppo più green. Con il tempo, un numero crescente di aziende e operatori economici confluirà nel bio-distretto e renderà il sistema produttivo più competitivo in Europa e pronto alle sfide del futuro
- dietro il bio-distretto si celano ulteriori tipi di azioni per l’ambiente: la filiera corta, i gruppi di acquisto e le mense pubbliche bio
- l’attuale sistema produttivo in Trentino, basato sui consorzi e sulle cooperative (“che con il sudore e la fatica i nostri padri sono riusciti a costruire in maniera lungimirante”) non è abbastanza forte per le nuove sfide del mercato globale
- molti prodotti da agricoltura integrata già rispettano severi criteri ambientali. Tuttavia tale rispetto per l’ambiente non può essere promosso efficacemente perché non è “bio”. Tale mancanza sfavorisce la competitività dei prodotti trentini (e.g. le mele trentine contro quelle polacche) in un mercato sempre più globalizzato e attento all’ambiente e ai marchi ambientali
- la conversione di alcuni prodotti trentini da integrato a biologico sarà molto semplice perché già rispettano numerosi criteri ambientali.
Riflessioni conclusive
Così come ogni settore della nostra società, l’agricoltura trentina farà il proprio dovere per proteggere e guarire l’ambiente. L’ha fatto in passato e lo sta facendo oggi. Così come ogni altro settore, tuttavia, dovrà fare molto di più in futuro. E’ l’urgenza della crisi climatica e del collasso ambientale a richiederlo. Sarà il bio-distretto provinciale la formula giusta che permetterà il Trentino di “fare di più”? Sarà il bio-distretto quel tassello che permetterà il Trentino di accelerare la propria conversione ad una società più attenta alla salvaguardia dell’ambiente? Certamente, quello che pareva essere uno scherzo di carnevale, è divenuto un grido di battaglia ambientale. Un lampo a ciel sereno in queste disperatamente torride e ventose giornate invernali.
Punti raccolta firme
- In ogni Comune della Provincia durante gli orari d’apertura al pubblico
- Nei negozi Natura Sì di Trento, Rovereto e Mezzolombardo, Pergine Valsugana
- Nei punti vendita: La Minela – Cles, via Trento 76/A; Cuorebio Naturarco – Arco, via S. Caterina 49; Mandacarù – Lavis, Via Giacomo Matteotti 15
- Durante le fiere e i mercati: Biocesta di Trento – Trento, via dei Solteri 41/2 (tutti i venerdì dalle 16.00 alle 19.00); Trento, via Milano 62/64 (tutti i sabato dalle 10.00 alle 13.00); Bio-Expo – Trento, via Torre Verde 52 (venerdì dalle 15:30 alle 19:00 e sabato dalle 9.00 alle 12.30); Bioladen – Riva del Garda, viale Rovereto 101; Mercato Biologico di Trento – Trento, Piazza S. Maria Maggiore (ogni giovedì mattina); Trento, Piazza Dante (ogni sabato mattina)
Sitografia:
[1] PAT, 2003. Legge sui referendum provinciali. Legge provinciale 5 marzo 2003, n. 3.
[2] La Repubblica, 2019. Riforme, primo sì della Camera al referendum propositivo. la Repubblica.
[3] Bio-distretto Trentino, n.d. BIO DISTRETTO TRENTINO [WWW Document]. BIO DISTRETTO TRENTINO. URL https://bio.trentino.it/ (accessed 2.23.20).
[4] Maresca, A., 2019. Legge nazionale sul bio all’ultimo miglio. Terra e Vita. URL https://terraevita.edagricole.it/biologico/legge-nazionale-sul-biologico-allultimo-miglio/ (accessed 2.23.20).
[5] Gadda, 2018. Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico. Disegno di Legge 988.
[6] European Commission, n.d. Future of the common agricultural policy [WWW Document]. European Commission – European Commission. URL https://ec.europa.eu/info/food-farming-fisheries/key-policies/common-agricultural-policy/future-cap_en (accessed 2.23.20).
[7] Portale dei Bio-distretti [WWW Document], n.d. URL http://biodistretto.net/ (accessed 2.23.20).
[8] Sturla, A., 2019. Biodistretti: nuova forma di governance territoriale per lo sviluppo locale. https://www.pianetapsr.it PianetaPSR.
[9] Basile, S., Cuoco, E., n.d. I BIO-DISTRETTI TERRITORIALI per potenziare le produzioni alimentari biologiche. IDEASS Italia.
[10] Grottolo, T., 2020. Referendum bio-distretto, il Comitato: “Nessun allarmismo sarà l’inizio di un percorso”. Coldiretti: “Al tavolo saremo propositivi.” il Dolomiti.