Così dice il famoso detto. Tutti sono coscienti che il cambiamento climatico sta diventando la priorità per le politiche future, ma con fatica, e con la paura di perdere voti, si sta cercando di ostacolare ogni possibile misura che aiuti l’ambiente. Coraggio, bisogna avere coraggio, niente di più. E così, in Italia, nelle ultime settimane, è arrivata nella scena politica il clamoroso dibattito sulla Plastic Tax. La Plastic Tax è la tassa sulla plastica monouso, una misura che esiste già in vari altri paesi europei come la Francia e la Danimarca [1]. Oltre a cercare di ridurre l’uso di plastica nella vita quotidiana, e quindi di promuovere tipi di imballaggi più eco-friendly, la Plastic Tax permetterebbe di portare circa 3 miliardi nelle casse dello stato. Soldi che potrebbero essere utilizzati per incentivare la ricerca, la produzione di materiali biodegradabili e aiutare le aziende di settore ad ammortizzare il colpo [2]. Questa tassa recepirebbe la direttiva europea di questa primavera, che porta alla riduzione (e per alcuni prodotti all’eliminazione) della plastica monouso, con eccezion fatta per le siringhe. In più, la Plastic Tax incentiverebbe l’economia circolare, ridurrebbe la quantità di rifiuti e l’inquinamento, tutelando così l’ambiente.

Credo che la discussione politica sulla Plastic Tax sia stata ridicola [3]. Ancora più ridicola trovo la visione di certi politici, i quali perdono il coraggio per avere sicura la propria poltrona. Sì, coraggio; quello che ci vuole oggi per avere un mondo più green e più equo. Il coraggio di non fermarsi a previsioni economiche di breve termine, il coraggio di pensare alle generazioni future, ai giovani e al nostro pianeta. Quindi, tra dire e il fare c’è di mezzo il mare. Esatto, cari politici; prima di dire e metterci la bella faccia per far felice Greta (Fig.1), attivatemi! Noi giovani vogliamo solo questo: più coraggio.