31 marzo 2022
D'incendi incontrollati se ne parla sempre più spesso nelle notizie del giorno. Gli incendi delle praterie erbose australiane , i cosiddetti "grassfires", sono eventi di media intensità ma in rapido movimento; durano di solito da cinque a dieci secondi e si consumano in pochi minuti. I "bushfires", invece, sono incendi incontrollati più lenti e d’intensità maggiore; possono durare più a lungo (da due a cinque minuti) ma possono bruciare per giorni. Entrambi i tipi di incendio sono parte integrate dell'ambiente australiano e i suoi ecosistemi naturali si sono evoluti con essi; difatti molte delle loro piante native sono divenute altamente combustibili e inclini al fuoco.
Secondo Tim Flannery, ricercatore all'Università di Melbourne, il fuoco è la più importante forza ecologica attiva nell'ambiente australiano. A causa del fuoco, alcune specie di piante native hanno evoluto una varietà di meccanismi per sopravvivere agli incendi mentre altre hanno bisogno degli incendi per rigenerarsi. Per esempio, le piante con germogli epicormici o lignotuberi germogliano dopo un incendio, e le piante con semi attivati da fuoco o foglie contenenti olio, quali l'eucalipto, favoriscono l’innescarsi e il perdurare degli incendi [1].
Gli aborigeni australiani accendevano fuochi controllati per facilitare la caccia e produrre una vegetazione più rigogliosa, poi utilizzata per ingrassare i canguri. Ciò avrebbe indotto James Cook a definire l'Australia "Questo continente di fumo"Quando i coloni europei si trasferirono in Australia, la crescita della popolazione e l'espansione urbana nelle "bushlands" (le terre incolte) aumentò il rischio incendi, come testimoniato dal rovente "Black Sunday" (“la domenica nera”) del 1925-1926. In due mesi, 60 persone furono uccise a Walbourton, vicino a Melbourne. Similmente, il "Black Tuesday” (“il martedì nero”) del 1967 uccise 62 persone in Tasmania. E oggi gli incendi non si sono estinti, anzi si sono aggravati dagli effetti della crisi climatica. La stagione incendi settembre 2019 - marzo 2020 è stata infatti la peggiore della storia dell'Australia.
I fattori base che determinano il verificarsi di un incendio sono la presenza di combustibile, di ossigeno e la fonte di ignizione. L'intensità e la velocità di propagazione di un incendio dipendono dalla temperatura ambientale, dal carico combustibile, dall'umidità del combustibile, dalla velocità del vento e dalla pendenza. Il carico di combustibile si riferisce alla quantità di vegetazione nel paesaggio e alla sua qualità (ramoscelli, lettiere di foglie e rami bruciano rapidamente). Il combustibile secco brucia rapidamente perciò il tempo trascorso dall'ultima pioggia viene preso come indicatore metereologico significativo per predire l’avverarsi di incendi. Altri fattori rilevanti sono altrettanto metereologici: i venti forti favoriscono la rapida diffusione degli incendi perché possono sollevare in aria le braci ardenti. E in tutto ciò, la crisi climatica di certo non aiuta.
Nell’ultimo secolo, il clima australiano si è riscaldato di più di un grado Celsius: ondate di calore e siccità hanno prosciugato il sottosuolo e creato condizioni che aumentano il rischio di incendi incontrollati [2]. La posta in gioco è alta: nel 2020, una squadra internazionale di scienziati ha scoperto che la probabilità di un'altra emergenza incendi come quella 2019-2020 potrebbe aumentare di otto volte se la temperatura globale si riscaldasse di 2 °C. In più, gli stessi incendi contribuiscono alla crisi climatica. Si stima che gli incendi del 2019-2020 abbiano rilasciato circa 350 milioni di tonnellate di anidride carbonica. David Bowman, professore di pirogeografia all'Università della Tasmania, ha avvertito che le foreste australiane sono state così danneggiate che potrebbero aver bisogno di più di 100 anni per riassorbire il carbonio finora rilasciato [3].
Fig. 1: un canguro e il suo cucciolo sopravvissuti agli incendi boschivi di Mallacota (Australia)oto di Jo-Anne McArthur (settembre 2020).
L'impatto degli incendi boschivi sulla fauna selvatica è massiccio perché uccidono gli animali e distruggono i loro habitat, lasciando i sopravvissuti più vulnerabili. Secondo il professor Chris Dickman dell'Università di Sydney, durante gli incendi del 2019-2020 oltre 800 milioni di animali sono morti nel Nuovo Galles del Sud e più di un miliardo nell’intero Paese [4]. E, continua il professore, "l'Australia ha il più alto tasso di perdita di specie di qualsiasi altra regione del mondo". I koala sono forse la specie più vulnerabile perché si muovono lentamente e prosperano tra gli alberi di eucalipto, i quali sono altamente infiammabili. Tuttavia, anche molti altri mammiferi, uccelli e rettili sono in pericolo diretto o indiretto (ovvero i loro habitat vengono distrutti) a causa degli incendi. I vombati e i serpenti sono invece gli animali più resistenti al fuoco perché possono scavare sottoterra.
Anche l'impatto sugli esseri umani è devastante. Dal 1851, gli incendi incontrollati hanno ucciso più di 800 persone, lasciando molti senza risorse vitali (per esempio, acqua e cibo) e traumatizzando per anni molti altri a causa dei decessi, della distruzione di abitazioni civili o della perdita di bestiame. Due anni dopo l'incendio di Yarloop del 2016, in Australia occidentale, gli abitanti soffrivano ancora di disagi psicologici causati dalla distruzione di infrastrutture, abitazioni civili e strutture produttive. I "bushfires" del 2019-2020, invece, hanno disturbato "un terzo della popolazione australiana […], con un'esposizione prolungata ed episodica e talvolta con impatti estremi sulla salute" afferma David Bowman del Centro di Ricerca per la Prevenzione Incendi dell'Università della Tasmania. Inoltre, gli incendi incontrollati causano inquinamento da particolato e possono generare particelle sospese abbastanza piccole da entrare e danneggiare gravemente i tessuti polmonari.
L'impatto economico degli incendi incontrollati è altrettanto grande. Stando alle analisi di Moody's, gli incendi australiani del 2019-2020 hanno causato una perdita economica di oltre 4,5 miliardi di dollari australiani (equivalenti a circa 3,4 miliardi di dollari), paralizzato la fiducia dei consumatori e danneggiato i settori dell'agricoltura e del turismo.
A gennaio 2020, il primo ministro Scott Morrison ha proposto di istituire una commissione tecnica reale e di introdurre un sistema di valutazione pericolo incendi per migliorare la gestione nazionale dei prossimi "bushfires" e "grassfires". Il nuovo sistema ha già portato i primi frutti ma c'è ancora molto lavoro da fare.
Figura 1 e immagine di anteprima: un canguro e il suo cucciolo sopravvissuti agli incendi boschivi di Mallacota, Australia (settembre 2020)oto di Jo-Anne McArthur da Unsplash.
Immagine di copertina: Incendi incontrollati ai piedi del monte Stacks Bluff in Tasmania, Australia. Foto free-source di Matt Palmer da Unsplash.
Riferimenti bibliografici:
[1] Flannery, T. (2002). The future eaters: An ecological history of the Australasian lands and people. Grove Press.
[2] Nerilie, A. (2019, December 31). Australia’s Angry Summer: This Is What Climate Change Looks Like. Scientific American Blog Network. https://blogs.scientificamerican.com/observations/australias-angry-summer-this-is-what-climate-change-looks-like/.
[3] Foley, M. (2020, January 2). Bushfires spew two-thirds of national carbon emissions in one season. The Sydney Morning Herald. https://www.smh.com.au/politics/federal/bushfires-spew-two-thirds-of-national-carbon-emissions-in-one-season-20200102-p53oez.html.
[4] The University of Sydney. (2020, January 3). A statement about the 480 million animals killed in NSW bushfires since September. The University of Sydney. https://www.sydney.edu.au/news-opinion/news/2020/01/03/a-statement-about-the-480-million-animals-killed-in-nsw-bushfire.html.