Sarah Santos Ferreira
20 luglio 2022

Negli ultimi due anni i livelli d'insicurezza alimentare sono aumentati drasticamente in Brasile. In base alla seconda Indagine Nazionale sull'Insicurezza Alimentare nel quadro della pandemia da Covid-19 condotta dalla rete di ricerca PENSSAN, 33,1 milioni di brasiliani non hanno sufficienti provviste alimentari. Rispetto al 2021, sono 14 milioni in più che soffrono di grave insicurezza alimentare [1].
Il problema della fame nel Paese è iniziata nel 2018, ma si è terribilmente aggravata durante la pandemia. Da allora, gli alti tassi di disoccupazione determinati dalle restrizioni contro il contagio, la precarietà del lavoro, la perdita dei diritti sociali e la riduzione del potere d'acquisto hanno messo in pericolo molte vite brasiliane [1].
Questa situazione rappresentava la normalità del Brasile negli anni '80, ma oggi costituisce una realtà aberrante. Iniziative di distribuzione alimentare sono state promosse in tutto il Paese da produttori agroecologici come Ana Bovoy. Con una laurea in ingegneria ambientale e prossimamente un master in recupero forestale, Ana è stata una dei numerosi brasiliani dietro la distribuzione di derrate alimentari alle famiglie bisognose dello Stato di San Paolo.
Ana, in che modo i sistemi agroforestali possono contribuire alla sicurezza alimentare in Brasile?
"Durante la pandemia, gli agricoltori del Movimento dei lavoratori Senza Terra brasiliani (MST") non potevano vendere i propri prodotti e molte persone si sono trovate in una condizione di vulnerabilità alimentare. Assieme alla Rete agroforestale di Ribeirão Preto abbiamo dunque creato una campagna alimentare chiamata “Cibo Agroecologico per Tutti”. Attraverso questa campagna abbiamo raccolto fondi dalla collettività, acquistato prodotti agroecologici dalle comunità MST e li abbiamo donati alle persone che stavano morendo di fame. Questo ci ha mostrato il grande potenziale dei sistemi agroforestali. In primo luogo, forniscono sicurezza alimentare agli agricoltori. In secondo luogo, sono una forma di produzione (auto)sostenibile che rispetta l'ambiente. E in terza battuta, la loro produzione è abbondante. Tutto questo si è riflesso direttamente nella campagna. Sebbene avessimo acquistato una determinata quantità di prodotti alimentari, i contadini hanno voluto donare molto di più. In totale, abbiamo donato 85 tonnellate di prodotti agroforestali in un anno. La nostra campagna si è conclusa dopo il terzo ciclo di distribuzione, ma altre, come l'iniziativa Marmita Solidária a Recife, sono ancora in corso".
Fig. 1: A sinistra: una parte del cibo raccolto nella campagna "Alimentos agroecológicos para todos". A destra: persone in fila attendono di ricevere il loro pacco-donazione (Ana Bovoy, 2021).
Ana si è innamorata dell’agrosilvicoltura durante la laurea triennale, dopo aver seguito un corso con Manfred Müller, uno degli apprendisti di Ernst Götsch, guru dell'agrosilvicoltura in Brasile. Dopo gli studi, ha usato i suoi risparmi per viaggiare in Brasile come volontaria in aziende agroforestali per imparare a costituire un agroforesta e come sostenersi grazie ad essa. Oggi offre consulenza per la realizzazione di sistemi agroforestali ("AFS") in aziende agricole brasiliane e tiene corsi di apicoltura per l’integrazione di api senza pungiglione in sistemi agroforestali.
Quali sono le maggiori sfide per l'agrosilvicoltura in Brasile?
“Una delle maggiori sfide dell’agrosilvicoltura è la conoscenza. Stiamo parlando di un metodo agricolo fatto di processi e questo richiede parecchio studio. Sappiamo ancora molto poco delle piante presenti in Brasile e di come coltivarle in consociazione. Inoltre, è necessario rendere l’agrosilvicoltura praticabile su larga scala e per questo è necessario lo sviluppo di macchinari specifici per l'agrosilvicoltura. Tutto ciò è già in corso e, dal mio punto di vista, è fondamentale per il recupero ambientale e la sostenibilità dell'agricoltura brasliana".
Fig. 2: A sinistra: Ana mentre sfoltisce un sistema agroforestale in Brasile (Ana Bovoy, 2021). A destra: Ana mentre tiene un corso di apicoltura (scuola di meliponicultura, Brasile).
Qual è il modo migliore per avviare un sistema agroforestale?
“Il modo migliore per iniziare è un orto agroecologico perché si coltivano specie a ciclo vegetativo breve E pertanto possiamo imparare più velocemente. Per esempio, per realizzare un orto agroecologico possiamo combinare piante con cicli vegetativi differenti nello stesso spazio: rucola (45 giorni), lattuga (60 giorni), cavolo (90 giorni) e mais (120 giorni). In quattro mesi, abbiamo già le prime esperienze di cosa significhi fare un consorzio di piante e una successione. Dopodiché, è tutta una questione di studio e dedizione. La natura ci insegna e noi impariamo da essa".
Riferimenti bibliografici:
[1] Brazilian Research Network on Food Sovereignty and – PENSSAN, 2022. Second National Survey of Food Insecurity in the Context of the Covid-19 Pandemic in Brazil, p.73. Retrieved on July 3 from: https://static.poder360.com.br/2022/06/seguranca-alimentar-covid-8jun-2022.pdf
Immagine di copertina: Vista di un tipico sistema agrosilvilcolturale brasiliano (Ana Bovoy, 2021).
Foto di anteprima: Persone in coda attendono di ricevere il loro pacco-donazione fornito dalla campagna “Alimentos agroecológicos para todos” (Ana Bovoy, 2021).